Le pagine dei giornali cattolici pubblicati in questo periodo pasquale sono piene di notizie che riguardano le solenni e affollate liturgie e feste romane che hanno avuto come protagonista Benedetto XVI, ottantenne pieno di vitalità ed energia mentale e spirituale. Preziose per quanto insufficienti a contenere la ricchezza delle idee e dei messaggi, meriterebbero una ancora più ampia diffusione, anche per le notizie sulla vita e la personalità di papa Ratzinger. Da questi eventi scaturisce un messaggio di vita e di speranza per l’umanità che ha penetrato, in certi casi purtroppo solo lambito, anche i mezzi di comunicazione laici. Pensiamo quanto il mondo abbia bisogno di una tale massiccia dose di ‘luce intellettuale piena d’amore’ che il centro della cattolicità riesce ad esprimere ed a veicolare per le strade mediatiche dell’universo mondo della comunicazione. Per valutare ciò basti allargare lo sguardo ai teatri della guerra e del terrore che percorrono le stesse strade dell’informazione di massa provocando tristezza e angoscia. Mentre vengono segnate queste righe, le agenzie battono i particolari della strage di giovani avvenuta in un prestigioso campus universitario degli Stati Uniti, nel luogo che dovrebbe risultare il più tranquillo e sicuro, allegro e festoso, dove si trova la ‘crema’ della gioventù americana e internazionale avviata a studi tecnologici al massimo livello. I commenti e le reazioni a questa tragedia americana si sono incentrati sul facile e diffuso acquisto di armi e sulla presunta pazzia del giovane sud coreano. Forse è poco per comprendere il fatto in questione e il fenomeno delle morti violente tra i giovani. Qualche giorno fa una giovane tedesca si è gettata da un ponte nel centro di Perugia ed è morta alle tre di notte, mentre la solita folla vociante di giovani continuava la normale baldoria notturna. Altri fatti del genere si sono verificati vicino e lontano, rivelando situazioni di forte disagio e disperazione. In una lettera inviataci da un’insegnante si racconta che discutendo in classe sui temi della pace e della violenza uno studente ha chiesto: ‘Ma è davvero sacra la vita?’. Una domanda che nel contesto dell’attuale cultura trova un senso e una risonanza. Ci sono anche fatti, comportamenti, idee e voci che pongono miti e idoli al di sopra della vita: il piacere, il successo, la bellezza fisica, l’interesse, l’ideologia. Sono messi, inoltre, in discussione quei principi etici fondamentali, che formano la grammatica elementare dell’esistenza umana, insinuando un nebbioso relativismo che inquina le coscienze. Cattivi maestri che inducono, più o meno direttamente, ad assumere comportamenti arroganti e distruttivi. Non arrivano certo, oltre alle scritte e alle pallottole di carta, a ferire o uccidere come è successo qualche giorno fa in Turchia dove è stata distrutta una tipografia che stampava bibbie e sono stati uccise tre persone. Ma il danno da loro provocato non è di poco conto. Il più perfido svilimento della vita umana rimane quello provocato dai kamikaze, che non cessano di seminare stragi anche nei loro paesi contro i propri concittadini. Essi si esaltano come eroi e sono esaltati come martiri, diffondendo il disprezzo per la vita propria e altrui.
Ma è davverosacra la vita?
AUTORE:
Elio Bromuri