Gianfranco Maddoli se n’è fatto un punto d’onore e un compito, quello di ridare vita con un progetto non solo di ristrutturazione e restauro, in atto, ma anche di rivitalizzazione funzionale del complesso monumentale di San Matteo degli Armeni. Già da sindaco ebbe l’occasione e l’opportunità di introdurre il convegno che si tenne nel 1998 a Monteripido ed ora scrive una presentazione degli Atti di quel convegno annunciando il proposito di portare a termine un’idea che coltiva da tempo: fare di quella bella struttura un ‘luogo d’incontro e di educazione permanente alla convivenza fra culture e religioni diverse’. Questa idea, secondo Maddoli, e secondo molti di coloro che hanno riflettuto e studiato il problema, è coerente con la storia del monumento, con la vocazione dell’Umbria terra di pace, così consacrata di fronte al mondo dagli incontri del 1986 e del 2002 dei capi delle religioni mondiali invitati dal Papa ad Assisi e anche con la città di Perugia che ospita giovani provenienti da ogni parte del mondo. Un progetto non facile da realizzare in concreto, anche per la difficoltà che in questi tempi, dopo l’11 settembre, si sono manifestate nell’opinione pubblica (si pensi agli interventi di Oriana Fallaci e alle risposte di alcuni esponenti islamici), e tuttavia, proprio per queste difficoltà e per i pericoli che ne conseguono si rende ancora più urgente un aumento di impegno e una ricerca di strumenti che facilitino la conoscenza, la comprensione e il dialogo tra popoli e culture. Un momento a favore del progetto sopra delineato, sia pure in termini generici, è dato dall’interesse per l’argomento da parte della Chiesa perugina e umbra che ha fatto del dialogo interreligioso e dell’ecumenismo un punto importante e decisivo della sua linea pastorale. Arcivescovo di Perugia è mons. Giuseppe Chiaretti, che è anche presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo e a Terni è vescovo mons. Vincenzo Paglia che è il fondatore e l’animatore spirituale della Comunità di Sant’Egidio che ha portato nel mondo con iniziative di alto profilo internazionale e politico lo ‘spirito di Assisi’. Semmai, da parte della Chiesa ci può essere l’avvertenza che questa lodevole iniziativa non venga portata avanti all’insegna dell’indifferentismo religioso, che non sarebbe certo confacente con il luogo stesso, monastero e chiesa, che monaci e contemplativi cristiani hanno consacrato con la preghiera e la loro vita fin dai tempi più antichi.
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