In merito a quanto già scritto la scorsa settimana nella pagina di Gubbio su questo argomento, ritengo opportuno aggiungere alcune mie riflessioni. In questi ultimi tempi le agenzie di d’informazione hanno ripetutamente usato la sigla “Lumsa” in riferimento a Gubbio e al suo territorio. “Lumsa” sta per Libera università Maria Santissima Assunta. Una prestigiosa università, la prima in Italia nelle classifiche Censis, e tra le più accreditate in Europa per la qualità e i risultati dell’insegnamento. È stata fondata dalla congregazione delle Missionarie della Scuola, che già nel 1923 avevano trovato accoglienza a Gubbio e qui avevano dato vita al liceo classico, scuola importante che formò le classi dirigenti di Gubbio e del suo territorio. Nel 1999 la Lumsa, memore delle sue origini, tornò a Gubbio con un corso di laurea in Educatore professionale. Le istituzioni cittadine, con in testa l’Amministrazione comunale, si mobilitarono per sostenere l’iniziativa e nel 2003 uscirono i primi laureati.
Perché se ne parla tanto in questi giorni? L’Università ha elaborato un nuovo ambizioso progetto: istituire a Gubbio un centro permanente di alta formazione culturale con master, summer e winter school, convegni e festival. Si tratta di un vero campus universitario per laureati di università europee e americane che hanno rapporti di collaborazione con la Lumsa. Una parte dell’antico convento di San Domenico, ristrutturato e messo in sicurezza dopo il terremoto del 1997, predisposto con camere per gli studenti e i professori, con sale per la didattica e per i laboratori, era destinato a sede del campus. Già nel 2011 la passata Amministrazione aveva firmato un protocollo d’intesa con la Lumsa per completare l’arredo della sede.
Torna la domanda: perché se ne parla tanto e c’è allarme in città? La nuova Amministrazione, dovendo riorganizzare gli uffici comunali, ha pensato di utilizzare gli spazi, già predisposti e destinati alla Lumsa, per gli uffici comunali. L’allarme è alto. Si fa fatica a comprendere le scelte dell’Ammini-
strazione comunale, che a parole vuole la Lumsa, ma che nei fatti la riduce e forse ne mette in pericolo l’intero progetto. Come non cogliere questa opportunità, che darebbe a Gubbio e al suo territorio una posizione di prestigio nel campo culturale, favorendo anche un maggior risalto delle sue bellezze artistiche, che richiamano schiere sempre più numerose di visitatori? Come non riflettere sulle ricadute anche economiche che tale afflusso di giovani laureati da tutto il mondo potrebbe avere sul territorio e sull’intera Umbria? La città si sta giocando il suo futuro, e sarebbe una grave colpa perdere questa irripetibile opportunità.