Puntuale come ogni anno arriva la festa di santa Rita. Una donna umile e forte per la fede che l’ha trasformata in testimone di pace nel suo paese nascosto tra i monti, cinque secoli fa.
Moglie, madre e monaca, la sua vita affascina e conquista devoti come un fiume che si diffonde in mille rivoli irrigando silenziosamente terre lontane. Una santa “di casa nostra” amata oltre i confini nazionali e del vecchio continente, come dimostrano i “gemellaggi” che ogni anno si stringono con paesi e diocesi (molti dell’America Latina) in cui vi è una forte tradizione di devozione ritiana, non sempre legata alla presenza di comunità agostiniane, sottolinea padre Luciano De Micheli, superiore del convento di Cascia.
Il riconoscimento della diffusa devozione per santa Rita è arrivato nel 2000 con il Decreto del Papa per l’aggiornamento del Messale Romano (appena pubblicato), nel quale è stata inserita la festa del 22 maggio come ‘memoria facoltativa’.
Festa popolare colorata dalle migliaia di rose rosse che ricordano il miracolo della fioritura invernale del roseto per esaudire il desiderio di Rita. Festa in cui riecheggia il messaggio che viene dalla vita diRita offerta nel segno del perdono, della pacificazione con Dio e tra gli uomini.
“Beati i pacifici, beati cioè coloro che, come santa Rita, si fanno apostoli della pace, perchè saranno chiamati figli di Dio” ha detto p. Robert Prevost, il Generale degli Agostiniani, nel Messaggio letto durante la celebrazione del Transito di santa Rita presieduta dall’arcivescovo di Spoleto – Norcia mons. Riccardo Fontana. Padre Prevost non ha pronunciato un generico e forse scontato omaggio alla Santa, ma le sue parole riecheggiavano gli appelli a pregare per la pace che il Papa ha ripetuto in questi mesi di guerra.
Mentre esplodono altre bombe che colpiscono altri innocenti p. Prevost ricorda che “il Transito di santa Rita vuole dimostrare il potere della preghiera nel promuovere la pace e evitare i conflitti violenti. Queste veglie spirituali aiuteranno anche ad innalzare la consapevolezza pubblica della responsabilità di tutti i cristiani a promuovere la pace e sosterrano direttamente lo stabilimento di una pace autentica”.
Ricordando le guerre in corso nel mondo “questa non è civiltà” ha esclamato p. Prevost, che ha aggiunto: “adesso che siamo così progrediti, così coscienti, che abbiamo tanti mezzi per trattare i mutui rapporti dei popoli, la guerra deve essere abolita, deve essere proscritta (bandita, cancellata n.d.r.) dai costumi e dalle abitudini delle nazioni”.
Il Messaggio del Generale degli agostiniani è stato accolto dalla folla di devoti pellegrini giunti da tutt’Italia e dal mondo per la festa di santa Rita.
Nuova musica per la messa Pontificale
E’ stata eseguita una nuova “Messa”, durante la celebrazione solenne del 22 maggio al santuario di Cascia, scritta in onore di santa Rita da padre Fernando Sulpizi, agostiniano e compositore conosciuto per le sue doti nella sperimentazione di nuovi linguaggi musicali.
La Messa composta per questa occasione, comprendente le classiche parti fisse del Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnus Dei, è stata scritta per coro a 4 voci, organo e archi.
Elaborata la partitura dell’organo, mentre il coro armonizza una semplice melodia che ben si adatta, così, anche all’esecuzione abituale ad una voce. Linguaggio cinquecentesco, stile rinascimentale per questa nuova fatica del padre agostiniano, opera che a Cascia, nella messa solenne delle 11.00 al santuario, è stata eseguita dal coro di San Faustino di Perugia, diretto dal maestro Francesco Spingola, mentre il maestro Sulpizi ha diretto gli strumenti.
F.A.Ermesinde (Portogallo) la gemella di Cascia per questa festa 2003
Quest’anno il gemellaggio di fede per i festeggiamenti religiosi e civili in onore di Santa Rita ha coinvolto una città del Portogallo: Ermesinde, frazione del comune di Valongo.
Alla fine del mese di aprile, alla presenza di una delegazione guidata dall’Arcivescovo mons. Riccardo Fontana, insieme al sindaco del comune di Cascia, Gino Emili, è stata accesa in Portogallo la fiaccola che la sera della vigilia della festa in onore di santa Rita è stata portata a Cascia da atleti portoghesi.
Il gemellaggio che viene realizzato ogni anno in occasione della festa della santa casciana è un gemellaggio di fede, una testimonianza della devozione a santa Rita diffusa in tutto il mondo.
Negli ultimi anni sono stati coinvolti paesi come il Libano – in occasione del Giubileo del 2000 – il Brasile, la Spagna. Connotati diversi ha assunto il gemellaggio con la Spagna perché Monachil (Granada) ha fortemente voluto che quello con Cascia fosse anche un gemellaggio civile grazie al quale ogni anno vengono realizzati numerosi scambi che coinvolgono tutta la popolazione.
Anche quello con il Portogallo è un gemellaggio speciale, legato ad un fatto avvenuto circa tre secoli fa: nel 1723 Giovanni V, re del Portogallo, colpito da un tumore al volto, chiese a santa Rita la guarigione. Ci fu un miracolo e per dimostrare la sua gratitudine alla beata Rita inviò un volto in argento con incastonato un topazio e delle offerte che sono servite a realizzare una nuova ala del monastero.
I gemellaggi sono una testimonianza della diffusione nel mondo della devozione per la Santa degli impossibili; anche se il forte legame che esiste tra la gente e santa Rita è dimostrato dall’elevato numero di fedeli che durante tutto il corso dell’anno affollano la basilica di Cascia e Roccaporena che ha dato i natali alla Santa.