Dove si trova l’“Aeroporto regionale umbro Adamo Giuglietti”? Sì, questa sarebbe l’intestazione ufficiale dell’aeroporto di S. Egidio. Per aiutare i passeggeri ad orientarsi negli orari internazionali viene però identificato come “Aeroporto internazionale dell’Umbria S. Egidio Perugia”. Già meglio, ma anche Perugia e l’Umbria a livello planetario (si pensi a Cina, Giappone, Stati Uniti, Brasile, tanto per citare alcune tra le maggiori potenze economiche mondiali) non possono definirsi famose. Ci sono invece un santo ed una città che quasi tutti conoscono: san Francesco ed Assisi. Ed è questo il nome che assumerà lo scalo umbro: Aeroporto internazionale dell’Umbria S. Francesco di Assisi. Forse ci vorrà ancora qualche mese perché la burocrazia è lenta, ma le pratiche sono state avviate, ha detto l’ing. Mario Fagotti, presidente della Sase, la società che lo gestisce. Un bel biglietto da visita per una struttura aeroportuale in crescita, che può servire non soltanto la piccola Umbria ma può avere un bacino di utenza di diversi milioni di persone per la sua posizione strategica nell’Italia centrale e come “terzo aeroporto” della Capitale. Certo bisogna che l’Umbria dai tanti campanili trovi la sua unità attorno ad un progetto; che in provincia di Terni si abbandoni il sogno di un aeroporto vero nella vicina Viterbo, e che a Foligno ci si senta pienamente appagati di uno scalo ad esclusivo servizio della Protezione civile, senza coltivare altre pericolose ed inutili ambizioni. Nell’interesse di tutti, perché l’aeroporto San Francesco di Assisi – come ha ricordato recentemente il consigliere provinciale perugino del Pdl Bruno Biagiotti – deve diventare anche “la porta dell’Umbria in Europa”. Le premesse ci sono. Dal 1982 ad oggi – ha detto il presidente della Sase – vi sono transitati quasi un milione e 270 mila passeggeri, il 70 per cento dei quali sono stranieri. Soltanto quelli del volo per Londra, in funzione dal 2006, sono stati 230 mila (l’80 per cento inglesi) tanto che dal 28 marzo prossimo i voli settimanali aumenteranno da 3 a 5. Gli inglesi stanno scoprendo l’Umbria non solo come luogo di vacanza ma anche come un posto ideale per viverci. Sono arrivate diverse società immobiliari d’Oltremanica. Bisogna – ha detto Biagiotti – che enti pubblici e privati si rendano conto delle grandi potenzialità di questa struttura per la promozione turistica e lo sviluppo dell’Umbria, e che uniscano le forze. Rinunciando magari ad un viaggio o a una fiera per promuovere singole iniziative e puntando invece ad un progetto comune incentrato su questa ’’porta dell’Umbria in Europa’’. Con costi anche più sostenibili di altre infrastrutture. I lavori per la nuova aerostazione progettata da Gae Aulenti, e che verrà inaugurata nel giugno prossimo, sono costati meno di 50 milioni, “quanto – ha detto polemicamente Biagiotti – pochi chilometri di una strada!” . Il fatto che l’aeroporto sia un importante volano per il turismo è dimostrato anche dal successo del volo Perugia-Trapani voluto dalla Ryanair. “Ero perplesso – ha detto Fagotti – ma sono stato smentito dai fatti”. Ci sono 100-120 passeggeri per volo ed il 60 per cento di loro si fermano per almeno tre giorni in Umbria come turisti. A marzo ci sarà anche una linea per Bruxelles ed i biglietti per i primi voli sono già esauriti. Nel 2010 i passeggeri sono stati 115 mila; entro il prossimo anno, con i nuovi voli, si punta ai 200 mila e l’obiettivo è quello di raggiungere i 350 mila passeggeri entro i prossimi quattro. Una cifra – ha detto il peresidente della Sase – che farà tornare in pareggio il bilancio il cui deficit per negli ultimi anni si è già dimezzato.
L’Umbria vola
“Sant’Egidio” cambia nome e diventa “Aeroporto internazionale dell’Umbria San Francesco d’Assisi”. A giugno si inaugura la nuova aerostazione di Gae Aulenti. Fagotti: “grandi opportunità”
AUTORE:
Enzo Ferrini