L’incidenza media degli immigrati regolari sulla popolazione residente italiana è del 7%, ma in Emilia Romagna, Lombardia e Umbria si va oltre il 10%. Sempre molto interessante è il capitolo del Dossier dedicato all’Umbria, curato da Stella Cerasa, vice direttore della Caritas di Perugia e responsabile del Centro di ascolto diocesano. Anche per l’Umbria il Dossier fornisce una fotografia della presenza degli immigrati. Nel 2009 su un totale di 900.790 residenti in Umbria 93.243 (10,4%) sono cittadini stranieri regolarmente residenti. Nell’ultimo anno l’aumento è stato maggiore in provincia di Terni (10,5% contro il 7,9 della provincia di Perugia). Provengono per lo più da Romania (22.132), Albania (16.418, pari al 17,6%), Marocco (9.844, 10,6%), Macedonia (4.519, 4,8%), Ucraina (4.379, 4,7%), Ecuador (3.588, 3,8%), Polonia (2.929, 3,1%). La stima sulle appartenenze religiose conferma che i cristiani sono il 49,8% degli immigrati in Italia e ben il 56,8% in Umbria. Il 34,5 sono ortodossi, il 18,2 cattolici, il 3,5 protestanti e il restante 0,6 di altre denominazioni, un dato a cui corrisponde l’accresciuto numero di chiese date in uso dai vescovi umbri alle comunità ortodosse nazionali (rumeni, greci, russi ecc.) per la celebrazione delle liturgie e le attività di catechesi. I musulmani sono stimati essere il 30,6% degli immigrati, ma la loro presenza è socialmente più avvertita anche per le numerose polemiche che ricorrono sui giornali italiani riguardo alla costruzione di moschee o al loro uso per propaganda politica o addirittura di terrorismo. Il 51,4% dei permessi di soggiorno è rilasciato per motivi familiari, e il 44,8% per motivi di lavoro. Le donne sono il 54% del totale ma solo il 40% ha permesso per lavoro. La presenza dell’Università fa lievitare anche i permessi per motivi di studio, che alla fine del 2009 risultano 1.045 (corrispondenti al 2%). Significativo, per comprendere come sta cambiando il volto della nostra regione, è il dato relativo ai minori. In Umbria tra i residenti con meno di 18 anni più di 2 su 10 sono figli di stranieri (il 21,6%). “Alla fine del 2009 il numero dei minori residenti in regione era di 20.177 (una cifra pari ad oltre un quinto di tutta la popolazione straniera residente in Umbria) ma di questi – sottolinea Cerasa – 11.510, ovvero il 57%, sono nati in Umbria, sono la cosidetta seconda generazione”. Nelle scuole di ogni ordine e grado della regione per l’anno scolastico 2009/2010 era straniero il 12,9% di tutti gli studenti iscritti, ma in realtà tra quei 15.687 ce ne sono 3.604 che sono nati in Italia e molti di loro potrebbero non aver mai visto il Paese dei loro genitori. Il dato, commenta Cerasa, indica con particolare evidenza come stia crescendo progressivamente il radicamento della presenza straniera in regione. Altro dato degno di attenzione è quello realtivo ai matrimoni misti (dove solo uno dei due è italiano) che costituiscono il 12% dei matrimoni celebrati nel 2009 in Umbria. Sono 460 e nella maggior parte (369) si tratta di matrimonio tra uomo italiano e donna straniera. A questi vanno aggiunti 232 matrimoni in cui entrambi i coniugi sono stranieri, anche di nazionalità diverse. Il Dossier affronta anche il tema molto dibattuto della cittadinanza. Per ottenerla non basta nascere in Italia ma la si ottiene con il matrimonio oppure con lunghi tempi di attesa (18 anni per i nati direttamente in Italia e 10 anni di residenza per la naturalizzazione) pieni, tra l’altro, di incertezze. Nel 2009 sono diventati cittadini italiani solo 674 stranieri residenti in Umbria, ed il 38,4% hanno ottenuto la cittadinanza per matrimonio. Il capitolo umbro del Dossier tratta anche “il mercato del lavoro e le rimesse” e il “diritto di essere in Umbria” che riprende il titolo del progetto dell’Anci regionale sul delicato tema che vede protagonisti i cittadini stranieri richiedenti asilo e rifugiati.
L’Umbria degli “stranieri”
Immigrazione. Presentata la ventesima edizione del Dossier statistico Caritas / Migrantes
AUTORE:
Maria Rita Valli