Luigina Cuppoloni è una donna semplice, di fede robusta, molto pratica ed essenziale nei gesti e nelle parole, e con una spiccata capacità – maturata evidentemente in tanti anni di sacrifici e di ristrettezze – di discernere subito il necessario dall’accessorio, l’utile dal superfluo, il bene dal male. Dopo tre anni passati a Kasumo come missionaria laica in forza al gruppo Falmi di Roma, a fine aprile è tornata a Tordibetto, dove risiedono i suoi parenti, per tre mesi di riposo, portando con sé un ricco bagaglio di esperienze umane e spirituali maturate a fianco dei più poveri e col desiderio di ringraziare quanti le stanno permettendo di svolgere la sua missione di bene, in primis la comunità cristiana di Bastia che ha sempre sostenuto la sua opera missionaria sin dal lontano 1966. Nel corso di un incontro, svoltosi giovedì 12 giugno presso la sala parrocchiale di Bastia Umbra alla presenza del parroco don Francesco Fongo e dei responsabili della locale Caritas, Luigina, con la chiarezza e la pacatezza che le sono proprie, ha documentato in particolare i risultati raggiunti in questi ultimi tempi grazie alle adozioni a distanza: a Bastia, infatti, sono circa quindici le famiglie che hanno aderito a questa importante iniziativa, curandosi della crescita e dell’educazione di altrettanti bambini bisognosi. Ma c’è ancora molto da fare, e le foto dei bambini che beneficiano di tali aiuti non servono a farci dimenticare le pesanti condizioni in cui vivono molti altri. A Kasumo, in Tanzania, dove Luigina vive ed opera ormai da qualche anno, nascono trecento bambini ogni anno: lì infatti un adulto senza figli, uomo o donna che sia, non ha nessun peso nella società. Molti di questi non riescono ancora a superare i primi mesi di vita, afflitti come sono dalla malaria e dalla denutrizione, anche se oggi con l’aiuto dei vaccini la mortalità infantile sta lentamente diminuendo: su ottomila persone sono ben millecinquecento i bambini da scuola elementare. Le adozioni a distanza si occupano appunto della scolarizzazione di questi ragazzi, in modo da garantire loro almeno il grado di istruzione primaria, che in Tanzania comporta ben sette anni di studio, al termine dei quali gli alunni possono accedere ai sei anni delle scuole superiori e, infine, all’università. Con il denaro delle adozioni i missionari acquistano per il bambino tutto l’occorrente per la scuola, in particolare la divisa e le scarpe, e ciò che resta gli viene distribuito in occasione delle festività natalizie e pasquali o serve eventualmente ad aiutare qualche altro bambino. Si è deciso che il denaro inviato non venga preventivamente destinato dalla famiglia offerente ma che sia il missionario, con la sua esperienza, ad indirizzare le offerte come meglio ritiene, secondo le reali necessità del momento. Prima di accomiatarsi, Luigina si è appellata alla bontà di tutti coloro che, pur vivendo in una società macchiata dalla pesante piaga dell’indifferenza, nutrono comunque un senso di rispetto per la dignità degli altri e si sentono in qualche modo co-responsabili del loro riscatto umano e sociale, e ha ricordato a tutti l’appuntamento del 29 novembre, quando il vescovo mons. Sergio Goretti arriverà a Kasumo per inaugurare una scuola superiore agraria realizzata con i fondi della diocesi: “del resto – dice Luigina – è solo tirando fuori questi bambini dall’ignoranza che gli insegniamo a vivere”.
Luigina a Bastia per sensibilizzare sulle adozioni a distanza
Tre anni missionaria laica a Kasumo a fianco dei più poveri
AUTORE:
Luigi Proietti