Dal 3 al 7 luglio il movimento dei Focolari dell’Umbria ha svolto a Roccaporena la Mariapoli 2007. Cosa sono le Mariapoli? Nel dopoguerra, quando stentano a rimarginarsi tra i popoli europei le ferite inferte dal secondo conflitto mondiale, ogni estate sui monti del Trentino al primo gruppo del movimento nascente si unisce un numero sempre maggiore di giovani, famiglie, operai, professionisti, politici. Vi fanno visita personalità politiche come l’allora presidente del Consiglio Alcide De’asperi. Si compone così la Mariapoli, bozzetto temporaneo di una società rinnovata dall’amore evangelico. Si incontrano sud-tirolesi e italiani, francesi e tedeschi, che vedono sciogliersi odi e rancori. La nota dell’internazionalità caratterizza ben presto il movimento in rapida espansione, dapprima in tutta Italia, poi, dal 1952, negli altri Paesi d’Europa, e dal 1958 nei continenti. Nel 1959 saranno più di 10.000 le persone che giungeranno a Fiera di Primiero, nel Trentino: sono rappresentate 27 nazioni dai diversi continenti.
In quella Mariapoli e poi, nel 1960, a Friburgo, Chiara Lubich, parlando a gruppi di diversi Paesi dell’unità dei popoli, trasferisce al rapporto tra le nazioni la legge evangelica dell’amore, e propone di ‘amare la patria altrui come la propria’. Le Mariapoli si ripetono tutt’oggi nei cinque’ontinenti, ogni anno in forme diverse, e in numero crescente. Sul loro modello sono sorte nel mondo le ‘Mariapoli permanenti’, ora 35, a vari stadi di sviluppo; la prima nasce nel 1964 in Italia, a Loppiano. La Mariapoli dell’Umbria si è svolta quest’anno a Roccaporena dal 3 al 7 luglio. Hanno partecipato persone di ogni età, ceto e cultura. La Mariapoli si è snodata con un programma vario e ricco, fatto di momenti di riflessione, di approfondimento di tematiche di grande attualità come il dialogo interculturale con il giornalista Michele Zanzucchi e il tema della vocazione dell’uomo all’amore sviluppato da padre Amedeo Ferrari ofm.
Nel pomeriggio dedicato al tema del dialogo, Michele Zanzucchi ne ha toccato tutti gli aspetti penetrandone con grande efficacia i risvolti e le ricadute sulla vita del nostro tempo, dalle piccole diversità a quelle grandi rappresentate dalle altre culture e dalle altre religioni. Sull’amore p. Amedeo, supportato da testimonianze di vita familiare e dalla scelta di una focolarina consacrata, ha mostrato con luminosa e crescente chiarezza la via dell’amore che conduce l’uomo alla felicità. Due momenti la Mariapoli li ha vissuti insieme ai Ragazzi per l’unità, che costruivano come altri anni il loro ‘cantiere’. I giochi nel parco di Cascia e la passeggiata lungo il monte Ocosce hanno dato testimonianza che il dialogo tra generazioni non è solo possibile ma necessario. La mattina del sabato, ultimo giorno di Mariapoli, è stato un crescendo, con l’aggiornamento dell’incontro di Budapest con 5.000 volontari, dove ha avuto particolare risalto il tema di Chiara Lubich “La notte culturale e collettiva dell’Occidente”.
Riconoscere in essa, nel buio della notte, il grido di Gesù crocifisso e abbandonato è stato il culmine di una prospettiva originale e nuova, da cui ancor oggi far scaturire la Luce in grado di rompere il buio con risposte concrete all’uomo del nostro tempo. Dopo la presentazione della piccola comunità di Spoleto e la città come luogo storico in cui incarnare quella Luce, la mattinata è culminata con la messa celebrata dall’arcivescovo di Spoleto, mons. Riccardo Fontana. “La luce non si scontra con le tenebre, ma le illumina” ci sembra sia stata la sintesi di quanto ha detto nell’omelia presentandoci la figura di santa Rita come Margherita Lotti, sposa, madre e vedova, sottolineando il valore della donna come strumento di pace dalla famiglia all’umanità. Il pranzo insieme con il Vescovo ha concluso in un clima di festa la Mariapoli. L’impegno di tutti è ora nel continuare l’esperienza di esser luce là dove siamo nel lavoro, a casa, nella società e nella Chiesa.