Vale più la libertà o la salute? è una domanda che abbiamo sentito spesso in questo lungo periodo di restrizioni, non ancora del tutto finito, e Dio non voglia che si debba tornare alla chiusura completa. Ed è una domanda mal posta, perché la libertà illimitata non esiste e non potrà mai esistere. Secondo un detto molto comune, la libertà finisce dove cominciano i diritti degli altri.
In condizioni normali siamo liberi di andare a spasso dove e quanto vogliamo, perché di solito questo non danneggia nessuno. Ma se mette in pericolo la salute (non solo e non tanto la propria, quanto quella degli altri) allora è doveroso rinunciarci.
Mi ha stupito vedere qualche illustre giurista che, al contrario, invocava il valore supremo della libertà e sosteneva che il Governo avesse violato la Costituzione, niente meno. Ma proprio la Costituzione, all’articolo 16, prevede che la sacrosanta libertà di movimento sul territorio possa subire, per legge, limitazioni per motivi di sanità. In questo caso i motivi di sanità c’erano e come; basta ripensare a quelle scene terribili dei camion dell’Esercito carichi di bare che portavano via dalla provincia di Bergamo, perché lì non c’era più posto nei cimiteri.
E tuttavia qualcuno ha protestato ancora, con l’argomento che l’art. 16 parla di “legge” mentre noi avevamo decreti del Presidente del Consiglio, che sono atti amministrativi e non leggi. Sbagliato. I poteri straordinari sono stati conferiti al Presidente del Consiglio con il decreto legge n. 6 del 23 febbraio, convertito in legge – dopo il voto delle Camere – il 5 marzo. Ed è una legge in linea con la Costituzione, perché specifica minuziosamente quali e quanti tipi di provvedimenti potranno essere emanati, e a quali condizioni.
Dunque il potere affidato al Governo (e per i rispettivi territori, anche alle Regioni e ai Comuni) non è generico né illimitato, ma ben precisato in tutti i suoi aspetti, e comunque riferito strettamente all’emergenza Covid e solo a quella. Non c’è stato alcun arbitrio e non c’era spazio perché ce ne fosse. Si potrà discutere se il Governo abbia preso sempre le decisioni giuste, ma i princìpi più alti del nostro Stato sono stati rispettati.
Pier Giorgio Lignani