Sabato 26 maggio alle ore 21 presso l’Anfiteatro romano di Terni sarà celebrata la veglia di Pentecoste diocesana, uno dei momenti più importanti per la Chiesa locale. Ne abbiamo parlato con mons. Giorgio Brodoloni, vicario episcopale per la pastorale. La diocesi quest’anno sta approfondendo il tema della carità. Un cammino di discernimento che segna una tappa importante con la veglia di Pentecoste… ‘In questo cammino comune, la veglia occupa un posto privilegiato, perché aiuta con la riflessione e la preghiera a prendere coscienza che la carità è prima di tutto un dono: poiché Dio è carità, solo Lui può farsi dono di questo amore per noi. Un dono poi comunicato a tutti attraverso opere concrete di misericordia. Infatti il soggetto della carità è primariamente la Chiesa nella sua identità e missione, da cui deriva un impegno per ogni battezzato’. Quali saranno i momenti principali della veglia? ‘Sarà un incontro di preghiera scandito dall’ascolto della parola di Dio nelle cinque letture previste dalla liturgia, da inni, canti e invocazioni allo Spirito santo, da alcuni segni, come una grande colomba che aleggerà sopra il grande palco dell’anfiteatro; dall’acqua, dal fuoco, dal cero pasquale e la solenne intronizzazione della parola di Dio. Il tema unificante è quello della carità accolta dallo Spirito e ridonata con modalità concrete nel nostro territorio’.’bR’La veglia è stata organizzata dall’ufficio di pastorale e dalla Caritas. Ci saranno testimonianze di carità in cinque ambiti: i poveri, i malati, le missioni, la parrocchia, l’evangelizzazione, per esprimere la presenza amorevole della comunità in molte attività accompagnate dalla preghiera, affinché tutti possiamo essere sempre più fedeli al Dio carità’. Il mondo in cui viviamo è così lontano dall’amore per gli ultimi? ‘Per chi vive quotidianamente le relazioni interpersonali nelle parrocchie e nel territorio, appare evidente la sensibilità e l’operosità verso i poveri e di deboli. Attorno a noi e forse dentro di noi, però, aleggiano delle correnti di pensiero e di comportamento che intendono escludere dalla condivisione fraterna chi è più povero e più debole. A volte sembra che la paura, il sospetto mettano in atteggiamento di difesa, facendo dimenticare che c’è più gioia nel donare che nel ricevere. La veglia di Pentecoste vuole sensibilizzare la comunità cristiana e tutte le persone di buona volontà perché cresca fattivamente la civiltà dell’amore, perché solo l’amore salva il mondo e la società’.
Lo Spirito vince la paura
DIOCESI. Veglia di Pentecoste all'insegna della carità
AUTORE:
Elisabetta Lomoro