La città di Assisi ha saputo ancora una volta favorire, grazie all’ospitalità della diocesi e del suo vescovo mons. Sergio Goretti, e all’accoglienza dei frati francescani, il clima di preghiera e l’esperienza di fraternità che hanno caratterizzato lo svolgimento della 35a Settimana liturgica nazionale, promossa dal Cal (Centro di azione liturgica) sul tema “Liturgia: epifania del Mistero -Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Proprio ad Assisi, nel 1956, ha avuto luogo il I Congresso internazionale di Liturgia. La presenza di mons. Adriano Caprioli, presidente della Commissione episcopale Cei è stato un ulteriore incoraggiamento per il Cal a proseguire la collaborazione e il servizio che il Centro di azione liturgica vuole offrire alle chiese che sono in Italia per la promozione e l’incremento del rinnovamento liturgico. Un grande numero di vescovi, sacerdoti, presbiteri, diaconi, religiose e religiosi e laici, provenienti dalle varie diocesi d’Italia, hanno seguito con vivo interesse i lavori del convegno tanto che, come ha sottolineato mons. Luca Brandolini, presidente del Cal, “il livello della Settimana liturgica è cresciuto anche per il dialogo e il confronto dei gruppi di approfondimento e per le relazioni rigorosamente teologico-pastorali, ma accessibili a tutti”. Infatti sono state proprio la chiarezza e l’esemplificazione puntuale delle argomentazioni che hanno permesso di comprendere la genuinità del significato autentico della liturgia, con quella predisposizione del cuore e dell’intelletto che, come ha sottolineato Enzo Bianchi, priore di Bose, “è fondamentale per accogliere il Mistero”. Punto di riferimento costante delle riflessioni è stato quanto i vescovi italiani scrivono negli “Orientamenti pastorali” per il primo decennio del Duemila, riguardo alla celebrazione liturgica, in prospettiva missionaria, quale “luogo educativo e rivelativo” della fede cristiana. Mons. Caprioli ha esaminato gli atteggiamenti con cui accostare il fatto liturgico, con indicazioni di percorso per affrontare e risolvere il problema della trasmissione del vero senso della liturgia. Per comprendere adeguatamente il linguaggio liturgico, bisogna fare riferimento alle sue radici bibliche: questo è quanto Elena Bartolini, docente di lingua e cultura ebraica, ha approfondito nella sua relazione. E sulla comunicazione della fede come iniziazione rituale, che è armonizzazione tra il messaggio e i destinatari del messaggio stesso, don Giorgio Bonaccorso, preside dell’Istituto di Liturgia pastorale S. Giustina a Padova, ha delineato le istanze fondamentali. Giulio Brambilla, docente della Facoltà teologica settentrionale, ha parlato, in ordine all’antico adagio attribuito a Prospero di Aquitania che nella “Lex orandi” della Chiesa si esprime la “lex credenti”, dell’esigenza da parte di chi prega con la liturgia e nella liturgia, “venerazione e rispetto per le formule più importanti della celebrazione.”
Liturgia: luogo educativo e rivelativo della fede cristiana
Settimana liturgica nazionale di Assisi molto partecipata e ricca d'idee
AUTORE:
Raffaella Bartolucci