Ernesto Cesaretti è il neo-presidente della nuova Confindustria Umbria, associazione regionale degli imprenditori nata dalla fusione tra le realtà di Perugia e Terni. L’atto di nascita ufficiale di Confindustria Umbria è stato sancito lunedì scorso al teatro Lyrick di Assisi dalla prima assemblea del nuovo soggetto, nel corso della quale è stato scelto anche il nome del presidente.
Cesaretti, classe 1942, è presidente della Scai spa, della Fratelli Cesaretti srl e consigliere di amministrazione della Cesaretti Agricoltura srl.
Il neo eletto ha esposto agli associati le sue Linee di indirizzo e programma di attività per il biennio 2014-2015, da cui emergono quattro temi chiave su cui lavorare: gestione dei Fondi europei, internazionalizzazione, innovazione, credito e finanza. “Dal 2014 al 2020 – ha spiegato Cesaretti – ci saranno circa 100 milioni di euro l’anno da destinare, direttamente e indirettamente, al sostegno della competitività delle imprese. Dovremmo cercare di influire sulle misure da adottare e sulle risorse da attribuire”.
Cesaretti punta poi a internazionalizzare le imprese umbre, creando un piano di lavoro mirato, e a consolidare il rapporto con l’Università e i centri di ricerca, fonte preziosa per innovare e generare nuove imprese. “Infine – ha concluso – dobbiamo utilizzare la forza rappresentativa per alleviare la stretta creditizia che stritola le imprese”.
Nel corso dell’assemblea è stato eletto anche Stefano Neri in qualità di vice presidente. Neri, classe 1959, è fondatore e presidente della Terni Reserch spa, è a capo del Consiglio di amministrazione di Italeaf spa e della TerniEnergia, di cui è anche amministratore delegato.
Terminata la parte dedicata alle elezioni e riservata agli associati, è iniziata la parte pubblica, un dibattito moderato dal direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, a cui hanno preso parte il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, l’economista Alberto Quadrio Curzio, la presidente della Regione Catiuscia Marini, e il presidente di Confindustria nazionale Giorgio Squinzi.
Ad aprire i lavori il presidente uscente Umbro Bernardini: abbiamo “la consapevolezza di essere travolti da una crisi senza precedenti. Per l’anno prossimo è finalmente prevista una leggera ripresa, ma è a tutti chiaro che, senza riforme strutturali, la crescita nel medio periodo rimarrà modesta e insufficiente. Si può chiedere agli imprenditori di innovare, di investire, di crescere, quando non si danno loro le condizioni minime per farlo? Certo che no. E allora, slegateci le mani! Dateci uno Stato che paga, banche che erogano, una burocrazia che funziona. Sarebbe sufficiente operare in un contesto in linea con quello medio europeo. O si riparte dall’industra – ha concluso – o non si riparte affatto. Nessun altro settore moltiplica il reddito come l’industria trasformatrice”.