L’eroismo di un pastore

Esce un libro su mons. Peroni, vescovo di Norcia dal 1928 al 1951

‘Ecco quello che mi propongo venendo, nel nome del Signore, in mezzo a voi: amarvi tutti, sacerdoti e laici, piccoli e grandi, ricchi e poveri, come fratelli e figli carissimi in Gesù Cristo; con la speranza, anzi la certezza, di essere da voi riamato per trovare in questa mutua corrispondenza di affetto il segreto della contentezza e il mezzo più efficace per camminare di comune accordo nella via del vero progresso che è la perfezione cristiana’. Con queste parole mons. Settimio Peroni (Fiesole 1878 – Roccaporena di Cascia 1957) si presentò ai fedeli della diocesi di Norcia, che resse dal 1928 al 1951. Nel 2002 è stato avviato il processo per riconoscere le sue virtù eroiche: è stato appena presentato un libro sulla sua vita e le sue opere. Mons. Peroni fu il primo vescovo a giurare fedeltà allo Stato italiano dopo i Patti lateranensi del 1929. Amante della libertà, concentrò la sua azione pastorale sulla libertà religiosa contro le ingerenze, rifiutandosi di usare le campane per scopi estranei al culto o alle tradizioni del popolo, rifiutando inoltre l’uso di bandiere nelle funzioni religiose, o l’accertamento della ‘razza’ nei matrimoni concordatari. In 22 anni di episcopato mons. Peroni scrisse 16 lettere pastorali, scegliendo temi che avessero stretta relazione con i fatti e gli avvenimenti storici, puntando sul parallelismo con l’evoluzione della sensibilità della Chiesa su importanti tematiche sociali. Ma il suo ministero fu principalmente orientato alla carità. Nei momenti più duri della Seconda guerra mondiale, la sua carità toccò l’eroismo: più volte offrì la sua persona in cambio di gente catturata dalle rappresaglie tedesche. Tra i tanti episodi, il 4 aprile 1944 ci fu un rastrellamento tedesco nei dintorni di Cascia e Comune, nella speranza di catturare dei partigiani che si rifugiavano nei casolari disabitati. Mons. Peroni su una misera carrozzella giunse a Cascia nel momento in cui la città stava vivendo ore di vero terrore: 105 persone stavano per essere portate via dai soldati tedeschi. Il Vescovo intervenne offrendo in cambio. Fu allontanato con una violenta spinta da parte dei soldati, facendolo quasi cadere. Alcuni furono rilasciati, mentre i più giovani vennero caricati su un camion militare e portati a Roma. ‘Con le comunicazioni interrotte – ci ricorda mons. Sante Quintiliani, che da mons. Peroni fu ordinato sacerdote – resta molto strana la sua presenza a Cascia in quel momento drammatico: chi lo avvertì? Un presagio, come una madre prevede il pericolo dei suoi figli? Certamente rimarrà sempre un mistero. La popolazione si tranquillizzò e mostrò la sua riconoscenza al pastore buono, che visse alcune ore dolorose insieme a loro. Tutti lo videro tornare con la stessa carrozzella verso Norcia, con le lacrime agli occhi. Per mons. Peroni, quando c’era di mezzo la carità, non c’erano remore a scendere in campo’.

AUTORE: Francesco Carlini