(In occasione della giornata della Memoria riproponiamo il ricordo di padre Niccacci pubblicato il 28 ottobre 2011)
Nell’anno centenario della nascita di padre Rufino Niccacci (n. 19 marzo 1911) è bello far memoria di un figlio di san Francesco la cui opera ad Assisi, unita a quella di tanti altri generosi, ha contribuito a riscattare i tempi bui della Seconda guerra mondiale. Padre Rufino Niccacci, in comunione con il vescovo di Assisi, mons. Placido Nicolini, con religiose, religiosi e laici della città, costituì un’organizzazione clandestina che salvò la vita di un numero considerevole di ebrei perseguitati dalla follia nazista.
Per due volte a Gerusalemme, nel 1996 e 1997, un frate suo parente, padre Alviero Niccacci, fu invitato a presentare la figura e l’opera di padre Rufino ad un’associazione ebraica chiamata Root and Branch (“Radice e ramo”) alla vigilia del ricordo annuale dell’Olocausto, Shoah in ebraico. Ogni volta la cosa produsse grande interesse e commozione dell’uditorio. Si verificò però anche un forte shock quando il padre Alviero lesse una parte della lettera che padre Rufino scrisse alla nipote suor Chiara, Stimmatina, il 27 novembre 1945: “Avrai saputo dei miei arresti, della mia condanna alla deportazione, ma poi nulla!!! Dio mi ha protetto. E poi sono seguite insidie, ricatti, intimidazioni e simili complimenti. Ancora non è tutto finito. Ancora sono in campo di battaglia, ieri con i perseguitati, oggi con gli sventurati… Così mi piace la vita. Non la so concepire senza battaglia. Ho lottato, lotto e lotterò ancora perché mi pare sia diritto di ognuno di difendere gli oppressi e soprattutto per tenere alti i nostri ideali di civiltà, di religione, di patria”.
Solenne memoria a Toronto nel 1990
Parecchi anni dopo il riconoscimento a Gerusalemme di padre Rufino come “Giusto tra le nazioni”, ricordiamo una memorabile serata di gala in suo onore tenutasi a Toronto, Canada, il 1° aprile 1990, organizzata da un comitato congiunto di ebrei e di italiani residenti in quella nazione. Lo scopo era presentare a quel grande Paese multietnico, in cui gli ebrei e gli italiani sono le comunità maggiori, un modello di dedizione e di collaborazione tra comunità etniche e religiose differenti. In quell’occasione fu presente anche padre Alviero Niccacci, ma speaker di eccezione fu il prof. Philippe Garigue, che era stato comandante delle truppe alleate che liberarono Assisi nell’estate del 1944. La sua testimonianza sulla vicenda e sui personaggi coinvolti, in particolare padre Rufino, costituisce uno dei documenti più importanti degli ultimi anni.
Commemorazione nel centenario della nascita
Il 20 marzo 2011 il Comune di Deruta, in collaborazione con la famiglia Niccacci e con la parrocchia, ha organizzato una giornata in memoria di padre Rufino nel centenario della sua nascita. Il motto della giornata è stato lo stesso della memoria di Toronto: “Io sono il custode di mio fratello”.
La figura e l’opera di padre Rufino sono state tracciate in particolare da padre Alviero Niccacci, dal padre Provinciale dei Frati minori e da alcuni confratelli che ebbero modo di conoscerlo personalmente. L’assessore alla Cultura ha dato poi lettura di alcune testimonianze tratte dal volumetto Colligere fragmenta, una raccolta di documenti curata dai Frati minori di Assisi, che attesta su basi storiche e testimonianze dirette l’azione di padre Rufino. Il Sindaco ha infine ricordato “quanto padre Rufino debba essere da esempio per tutti. La sua azione di aiuto nei confronti delle persone in grave difficoltà ne fa una figura così importante da meritare di essere nominato cittadino benemerito del Comune di Deruta”.
Conclusione
È facile comprendere quanto la figura e l’opera di Padre Rufino siano importanti per i tempi che stiamo vivendo oggi. Basterà citare un piccolo brano del documento pontificio Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah (1998), numero 4: “Coloro che aiutarono a salvare quanti più ebrei fu loro possibile, sino al punto di mettere le loro vite in pericolo mortale, non devono essere dimenticati. Durante e dopo la guerra, comunità e personalità ebraiche espressero la loro gratitudine per quanto era stato fatto per loro, compreso anche ciò che Pio XII aveva fatto personalmente o attraverso suoi rappresentanti per salvare centinaia di migliaia di vite di ebrei.”
La famiglia
Padre Rufino apparteneva alla famiglia dei Niccacci della Molinella, originaria di Deruta, che produceva farina nel mulino che ha chiuso l’attività dopo seicento anni di storia nel mese di maggio scorso. A conclusione del suo libro Assisi clandestina, Alexander Ramati scrive di padre Rufino: “Alla memoria di questo nobile contadino, il Gentile più giusto che io abbia mai avuto l’onore di conoscere, questo libro è dedicato”.
Si nota un riferimento a una frase del comandante Ernst von den Velde che in un momento decisivo della vicenda disse a padre Rufino: “Lei è furbo, Padre, forse troppo furbo per essere un contadino di Deruta”. Sicuramente padre Rufino avrà preso la frase come un complimento! Ora è sepolto a Deruta nella cappella di famiglia, liberamente visitabile.
Il riconoscimento
Padre Rufino andò in pellegrinaggio in Terra Santa la settimana prima della Pasqua 1974. In quell’occasione Alexander Ramati, che risiedeva a Tel Aviv, organizzò la cerimonia di consegna di una medaglia come riconoscimento ufficiale dello Stato di Israele per lui che, come parecchi altri “Giusti tra le nazioni”, avevano rischiato la vita per salvare ebrei durante la guerra. Era il 29 aprile 1974. Sulla collina di Yad Vashem, o Memoriale dell’Olocausto, a Gerusalemme, padre Rufino ricevette una medaglia di riconoscimento e piantò un albero di carrubo con accanto il suo nome. Padre Rufino dedicò la medaglia alla memoria di suo fratello Luigi che tanto lo aiutò nell’operazione clandestina insieme alla moglie Maria e all’altro fratello Enrico.
Libro e film
La sua opera è stata fatta conoscere da un volume scritto dall’ebreo polacco Alexander Ramati, pubblicato originariamente in inglese nel 1978 (Assisi Underground), poi in italiano nel 1981 dalle edizioni Porziuncola (Assisi clandestina, ripubblicato nel 2000), e anche in tedesco e in ebraico. In uno stile semplice e immediato, il volume fa rivivere la figura di padre Rufino, il quale racconta in prima persona la storia che ha vissuto negli anni ’43-44. Nel 1984 è stato prodotto anche un film, diretto dallo stesso autore e con il titolo The Assisi Underground.
Magnifico articolo, cara Roberta, in onore di P. Rufino, Dio sia lodato e ringraziato, ogni bene