L’Eremo di Cerbaiolo, dove suor Chiara è l’unica eremita

A Pieve Santo Stefano, paese noto nel mondo per aver dato i natali allo statista Amintore Fanfani (1908 -1999) e per ospitare l’Archivio diaristico nazionale (qui fondato nel 1984), la gente del posto dice che “chi ha visto La Verna e non ha visto Cerbaiolo, ha visto la mamma, ma non il figliolo”. Infatti, l’antico eremo di Cerbaiolo ancora oggi si presenza come molto simile al più celebre eremo francescano de La Verna. E Giosuè Carducci, descrivendo questo luogo alpestre, scrisse: “E tu che al cielo, erbaiolo, riguardidiscendendi da balzi d’Appennin. Come gigante che svegliato tardis’affretta in caccia e interroga il mattin, tu ancor m’arridi. E, quando ai freschi ventidi su l’aride carte aneleràl’anima stanca, a voi, poggi fiorenti, balze austere e felici, a voi verrà”. Effettivamente, giungendo dalla strada che si dirama a pochi chilometri dalle porte del paese (uscita superstrada E45 Pieve Santo Stefano Sud), ciò che colpisce è il sito dell’eremo, quasi a strapiombo sul dirupo roccioso. Notevole il panorama che si gode dall’eremo, e che spazia sull’intera Alta Valle del Tevere tra Toscana e Umbria. Se incerta è la tradizione che vuole l’eremo fondato nel X secolo da monaci benedettini, più probabile è il passaggio di san Francesco d’Assisi e di sant’Antonio di Padova. Secondo una tradizione locale l’eremo sarebbe stato offerto a Francesco dalla popolazione locale nel 1217 e l’anno dopo sarebbe diventato un convento dei frati Minori. I frati, che nel corso del XIV secolo ricevono numerosi lasciti da parte dei devoti di Pieve Santo Stefano e di Sansepolcro, rimangono a Cerbaiolo fino al 1783. La chiesa è stata ricostruita nel 1524 e nel 1708. Eretta a parrocchia nel 1783 la chiesa è stata gravemente lesionata nell’estate del 1944, quando nella zona, che si trovava lungo la Linea Gotica, passò il fronte bellico. Il 22 marzo 1967 il vescovo di Sansepolcro cede la chiesa e l’antico convento alla Piccola Compagnia di Santa Elisabetta, istituto secolare fondato dal cappuccino padre Luigi da Pietrasanta. In questo modo a Cerbaiolo rinasce la vita eremitica, grazie alla presenza di suor Chiara Barboni, che ancora oggi, unica eremita rimasta nell’Alta Valle del Tevere, accoglie quanti desiderano trascorrere un tempo di preghiera e meditazione. Poco distante dall’eremo è la cappella dedicata a Sant’Antonio di Padova, costruita nel 1715-1716 per contenere il masso sopra il quale, secondo la tradizione, il Santo avrebbe pregato. Non distante da Cerbaiolo è il piccolo paese di Bulciano (uscita superstrada E45 Pieve Santo Stefano Nord), tra le cui case vi è anche quella “di pietra celeste, aperta al cielo color paradiso”, che appartenne allo scrittore fiorentino Giovanni Papini, che proprio a Bulciano ebbe la sua conversione (e quel luogo è ancora oggi indicato da una croce e una piccola lapide con incisi alcuni versi del poeta).

AUTORE: Andrea Czortek