L’emigrazione dalla Alta Valle Tevere

Concorso dell’istituto Gabriotti per le scuole

L’istituto di storia politica sociale “Venanzio Gabriotti” ha organizzato anche per quest’anno il concorso dedicato alle scuole di ogni ordine e grado sulla storia della Valtiberina. Il tema di questa edizione sarà “L’emigrazione dall’Alta Valle del Tevere fra la fine dell’800 e gli anni ’50”. Il tutto è stato presentato lo scorso sabato 19 novembre da parte del presidente Sergio Polenzani che ha voluto incontrare nell’auditorium Sant’Antonio tutte le scolaresche che saranno coinvolte nell’iniziativa. Un’iniziativa importante, che anno dopo anno riesce a far conoscere e trasmettere ai ragazzi un pezzo della storia della valle in cui vivono.I relatori chiamati a presentare il tema di quest’anno sono stati Alberto Sorbini, direttore dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea (Isuc), e lo scrittore e docente di Storia e filosofia Gianni Paoletti. Dopo alcuni ringraziamenti e la presentazione del concorso da parte del presidente Polenzani, la parola è così passata a Sorbini. Quest’ultimo ha quindi tracciato un quadro generale dell’emigrazione umbra e italiana nell’arco del secolo 1870-1970, invitando tutti a visitare anche il Museo dedicato all’emigrazione di Gualdo Tadino. “Anche se ci si basa sulle statistiche ufficiali – ha affermato l’esperto – e quindi non sono contati tutti i clandestini, gli emigrati italiani sono stati circa 27 milioni da fine Ottocento ad oggi; di questi circa 163 mila erano umbri”. L’emigrazione italiana, come ha spiegato Sorbini, si è svolta in tre grandi periodi: fino alla Prima guerra mondiale, fra le due guerre e dal 1946 agli anni Settanta. “Gli emigranti italiani – ha continuato il relatore – erano diretti per lo più verso stati del Continente europeo come Germania, Belgio, Svizzera e Francia, dove emigrarono anche molti altotiberini. Tutti emigravano per cercare una condizione di vita migliore da quella che erano costretti a vivere nella loro terra d’origine, ma la vita che svolgevano da emigrati risultava spesso molto dura, come la condizione semischiavile di alcuni minatori in Europa e in America”. L’emigrazione è però stata fonte d’ispirazione per tanti scrittori o emigranti di prima e seconda generazione. Così, l’incontro è terminato con l’intervento dello scrittore Paoletti che ha parlato ai ragazzi del tema dell’emigrazione per come è stato trattato da alcuni autori della letteratura italiana, e non solo, tra Otto e Novecento.

AUTORE: Francesco Orlandini