‘Che Benedetto XVI faccia subito un’enciclica sulla globalizzazione, e rimetta a fuoco il concetto di salario’. Questo il messaggio più forte uscito dall’incontro organizzato, la scorsa settimana, dall’Unione cristiana imprenditori e dirigenti dell’Umbria (Ucid), in collaborazione con la Confindustria regionale, dal titolo ‘Risorse umane e globalizzazione’. Un messaggio strettamente legato ad un altro: la Cina è un pericolo. Quest’ultima non è certo una novità, ma è apparso chiaramente il disagio degli imprenditori umbri, e non solo, che si trovano a competere sul mercato internazionale dove le regole del gioco, specie per quanto riguarda la gestione e la tutela dei lavoratori, sono oggi imposte da Pechino. ‘Una Cina – ha detto il professor Paolo Savona, docente di Politica economica alla Luiss ‘Guido Carli’ a Roma – fortemente intenzionata a scalzare gli Stati Uniti dal controllo del mondo, e che sta investendo fortemente in armi tecnologicamente sofisticate’. Il ‘bello’ è che gli occidentali, gli inventori della globalizzazione, adesso rischiano di perire economicamente a causa di essa, perché i cinesi si comportano ‘diversamente’ verso i lavoratori. Lo stesso Savona ha invocato, al più presto, la convocazione di una conferenza internazionale organizzata congiuntamente dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e dal Fondo monetario internazionale (Fmi) ‘per capire come i cinesi intendono l’economia’. Papa Leone XIII nell’enciclica Rerum novarum aveva indicato il giusto salario in quello che garantiva soddisfazione dei bisogni elementari del lavoratore e della sua famiglia. Nel maggio 1991, nel centenario della Rerum novarum, anche Giovanni Paolo II disse la sua sul giusto salario, nella Centesimus annus, aggiungendo anche una ‘percentuale’ per il benessere del lavoratore in vecchiaia. Il fatto, però, è che i cinesi non leggono le encicliche dei pontefici. ‘Loro – ha spiegato Savona – usano il ‘salario di mercato’. Infatti ignorano i cosiddetti oneri sociali, tant’è che gli operai cinesi, specie quelli dei cantieri edili metropolitani, vengono inchiodati al luogo di lavoro (compreso il mangiare e il dormire), in condizioni al limite della sopravvivenza, a causa anche dei pesanti orari imposti. Però – ha concluso Savona – non è giusto che Paesi come la Cina ottengano il loro sviluppo grazie agli oneri sociali non corrisposti al lavoratore’. Presente all’incontro dell’Ucid anche il vescovo di Terni, Narni e Amelia, mons. Vincenzo Paglia, concorde con il professor Pierluigi Maria Grasselli, docente di Economia e finanza all’ateneo perugino: ‘Il bisogno di ispirazione ideale – ha detto il presule – è necessaria anche per l’economia. Noi abbiamo il compito di innervare ogni nuova dimensione imprenditoriale con l’ispirazione cristiana, consapevoli che il bagaglio culturale dei cattolici serve più che mai oggi, al tempo della globalizzazione, per porre l’uomo al centro del nuovo sviluppo’.
L’economia globale ha bisogno di una nuova ‘Rerum novarum’
Incontro dell'Unione cristiana imprenditori sul tema 'Risorse umane e globalizzazione'. Preoccupa soprattutto la Cina, 'priva di scrupoli' sindacali
AUTORE:
Pa. Gio.