Le sconcertanti reazioni a caldo di molte persone di fronte al duplice omicidio

Molti sentimenti si sono accavallati dopo questo fatto di sangue: paura, smarrimento, pietà, ma anche un sincero senso di scoramento e di indignazione per i commenti al fatto. Non solo quelli immediatamente proposti sui vari social network in cui, nella migliore delle ipotesi, si “giustificava” quanto avvenuto attribuendola alla burocrazia che avrebbe la capacità di istigare il cittadino alla violenza, ma il giudizio di tanti. E non si pensi alla persona che uno potrebbe definire un po’ fuori dalle righe. No, l’uomo o la donna che si mostrano apparentemente assennati. Ecco, sentire commenti del genere – “ha fatto bene” (l’omicida) oppure “se la sono cercata” (le due impiegate) – provoca solo tristezza. Non solo nei confronti delle due donne assassinate e delle loro famiglie ma per il fatto che si è sedimentato un pensiero-tipo: chi lavora nel pubblico è automaticamente un fannullone. E quindi ogni azione e reazione nei confronti del dipendente pubblico è autorizzata. Le sacche di inefficienza nelle istituzioni sono note per le pesanti responsabilità della classe politica che non ha fatto praticamente nulla (la cosiddetta ‘cura Brunetta’ non ha risolto alcunché) ma nel momento in cui si crea una contrapposizione sociale così forte al punto da giustificare un duplice omicidio, la situazione è davvero giunta al limite, perché è venuta meno la naturale solidarietà umana che dovrebbe ancora contraddistinguere i rapporti interpersonali.

AUTORE: E.Q.