Ha ringraziato tutta la Chiesa di Dio mons. Paolucci Bedini, ma anche tutti i presenti che hanno condiviso questa gioia, la comunità del seminario che lascia, la comunità “sposa” che trova e la sua famiglia
Ha pronunciato le sue prime parole “da vescovo” al termine della liturgia, con la voce più volte rotta dall’emozione e dalla commozione, ha rivolto il suo saluto a tutti i presenti e agli assenti.
Ha iniziato, infatti, esprimendo “un profondo ringraziamento a tutti coloro che vivono un tempo di fatica nella vita, di dolore per le ferite dell’esistenza, per la sofferenza della malattia, per la paura della solitudine o il timore del futuro, che sono presenti, qui o a casa, e che oggi non hanno rinunciato a vivere con me questa immensa gioia. Mi siete maestri di come l’amore e la condivisione allargano il cuore e gli permettono di rimanere aperto e ospitale”.
“Davanti a tutti voi stasera, – ha proseguito – e sotto lo sguardo della misericordia del Padre, dico grazie alla Chiesa!”.
Ed ha rivolto un lungo e sentito “grazie” “alla Chiesa di Dio, nella quale ho incontrato Gesù, ho conosciuto fratelli e sorelle che mi hanno accolto ed educato, ho ricevuto la grazia dei sacramenti e la luce della Parola”. Nelle sue parole i passaggi della sua vita da sacerdote in cui ha tessuto relazioni di amicizia e affetto, relazioni che non si spezzeranno, ma che ora non saranno più presenza quotidiana. La sua voce ha tradito l’emozione quando, dopo aver ricordato “quel seminario che poi ho avuto l’onore e la grazia di poter servire”, ha confessato che “non è stato facile lasciare quella bella comunità!”.
Il vescovo Luciano dopo aver salutato la Chiesa che lascia, ha rivolto le sue parole alla “Chiesa-Sposa di Gubbio!”. “Non ci conoscevamo, e il Signore, per le vie misteriose della sua volontà, ci ha promessi l’uno all’altra. Il fidanzamento è durato solo tre giorni, ma è stato amore a prima vista” ha detto mons. Luciano confessando la sua commozione di quando ha saputo “che da mesi questa Chiesa, antica e vivace, stava pregando con grande fiducia per il nuovo vescovo. Le parole di quella preghiera – ha aggiunto – non disegnavano un volto preciso, ma tratteggiavano i contorni di un cuore capace di amare dell’Amore di Cristo-Sposo”. Parole grate anche per il vescovo Mario, che lo “ha preso per mano e accompagnato fin dentro il cuore della famiglia che il Buon pastore gli aveva affidato, perchè imparassi ad amarla e me ne prendessi cura”.
“‘Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date’ è il motto che ho scelto. Il dono più grande che ho ricevuto è stata la vita, che so essere dono di Dio per come mio babbo Vitaliano e mia mamma Paola me lo hanno raccontato e mostrato”. Qui la voce rotta dalla commozione è stata sostenuta da un lungo applauso dell’assemblea.
“Gratuitamente desidero continuare a donare tutta la mia vita per il Vangelo nella Chiesa, perchè questa parola di vita continui a salvare la vita di tanti. Desidero farlo in comunione con coloro che il Signore mi dona, sorelle e fratelli, consacrati nel battesimo e in ogni vocazione, al servizio di tutti, a partire dai poveri di ogni povertà. Questa è la novità di Gesù, la forza del suo Amore. Credetelo, sognatelo, e speratelo con me”. Ed ha concluso il suo saluto con una preghiera a Dio, “Padre buono e misericordioso” “che mi hai chiamato come nuovo Pastore di questa Chiesa”.
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