Le notti ‘brave’di bravi giovani

Apre in diocesi di Firenze una 'Scuola di evangelizzazio- ne', prima struttura del genere in Italia

Formare i giovani, perché siano loro stessi a portare il messaggio cristiano là dove i giovani vivono e si incontrano: nelle strade, nelle piazze, nelle discoteche, all’uscita di scuola, sulle spiagge… È l’obiettivo della ‘Scuola di evangelizzazione’ che, da settembre, aprirà i battenti in Mugello, in una casa messa a disposizione dalla diocesi di Firenze. Sarà la prima struttura del genere in Italia: il modello è la scuola francese ‘Jeunesse Lumière’ fondata dal monaco benedettino padre Daniel Ange. Il Vangelo dei giovani ai giovani. Portare il Vangelo nel mondo dei giovani: è questa la chiamata che nel 1981, dopo alcuni anni in Africa e poi in un eremo, spinge padre Daniel Ange, monaco benedettino di origine belga, a fondare l’associazione ‘Jeunesse Lumière’. La sua intuizione è che i migliori testimoni di Dio per i giovani sono i giovani stessi. Un’intuizione confermata da Giovanni Paolo II che spesso, nei suoi discorsi ai giovani, ha insistito su questo punto: ‘Voi giovani – scriveva nel messaggio al raduno di Santiago del 1989 – siete i primi apostoli ed evangelizzatori del mondo della gioventù’. Una delle prime iniziative di padre Daniel Ange, quindi, fu la nascita di una ‘Scuola di evangelizzazione’ che propone a giovani dai 18 ai 30 anni un anno di vita comunitaria, di preghiera, di formazione e di missione. La prima scuola, sulle Alpi francesi, è stata inaugurata nel 1984; nel 1987 la sede è stata trasferita a Pratlong, nel sud della Francia. Due continenti da unire. A portare in Italia lo stile e il messaggio di Jeunesse Lumière è stato Gianni Castorani, dopo tre anni trascorsi nella Scuola di evangelizzazione francese. ‘Oggi – afferma – l’opera di carità più importante, il servizio maggiore che possiamo fare alla società, è annunciare il Vangelo. Ogni giorno vediamo quanti giovani seguano ideali sbagliati, seguano strade che non offrono risposte alle domande più profonde dell’esistenza umana. Nel mondo c’è il continente dei giovani, con il suo linguaggio, le sue abitudini; poi c’è il continente Chiesa, che rischia di non avere con i giovani nessun punto di contatto. A fare da ponte tra questi due mondi non possono essere che i giovani stessi, giovani che hanno incontrato Cristo e possono portare tra i loro coetanei la gioia e la speranza della Resurrezione’. Al suo ritorno in Italia, Castorani – che attualmente frequenta il seminario fiorentino – ha raccontato la propria esperienza al cardinale Ennio Antonelli, che lo ha incoraggiato ad avviare un’esperienza simile a Firenze. Così si è formato un nucleo di ragazzi e ragazze che hanno dato la loro disponibilità per farsi evangelizzatori. L’associazione ha preso il nome di ‘Sentinelle del mattino di Pasqua’, richiamando l’invito rivolto ai giovani, ancora una volta, da Giovanni Paolo II durante il Giubileo del 2000: ‘Cari amici, vedo in voi le ‘sentinelle del mattino’ in quest’alba del terzo millennio’. In basilica anziché in discoteca. Tante le attività portate avanti in questi anni dalle ‘Sentinelle di Pasqua’: la più caratteristica è ‘Una luce nella notte’, che una volta al mese vede l’apertura notturna della basilica di Santa Croce, a Firenze. I giovani missionari aprono le porte della chiesa – dove si svolge l’adorazione eucaristica – e invitano i loro coetanei a entrare per unirsi alla preghiera, per parlare con un sacerdote e, se vogliono, per confessarsi. ‘I risultati sono straordinari – racconta Castorani -: ogni volta restiamo stupiti da ciò che opera il Signore attraverso la nostra semplice presenza. Persone che non entravano in una chiesa da anni, persone che da tempo volevano confessarsi e non trovavano la forza di farlo, oppure giovani che entrano in chiesa per semplice curiosità e rimangono conquistati da Gesù’. Accanto a queste attività, le ‘Sentinelle di Pasqua’ si sono rese disponibili anche per animare missioni presso parrocchie o vicariati, affiancando i gruppi giovanili. In genere si inizia con alcuni incontri di formazione, e poi i ragazzi vengono ‘inviati’ nelle strade, nei bar, o magari in una discoteca o, in estate, sulla spiaggia.

AUTORE: Riccardo Bigi