Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Città di Castello, presentata da mons. Domenico Cancian, e ha nominato vescovo di Città di Castello mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio, unendo le due sedi “in persona episcopi”. A darne notizia è oggi la Sala Stampa della Santa Sede.
L’annuncio in contemporanea nelle due cattedrali
Alle ore 12 di oggi, 7 maggio, le cattedrali delle diocesi di Gubbio e Città di Castello hanno ospitato in contemporanea un momento di preghiera e l’annuncio che il vescovo Luciano sarà pastore anche della Chiesa tifernate. Due comunità diocesane che rimangono autonome, unite dal ministero episcopale della medesima persona, mons. Paolucci Bedini.
Nella cattedrale dei santi Mariano e Giacomo di Gubbio, è stato il cancelliere vescovile mons. Pietro Vispi a leggere la comunicazione arrivata dal Vaticano. Nello stesso momento, nella Cattedrale dei santi Florido e Amanzio a Città di Castello veniva dato l’annuncio a firma del nunzio apostolico Emil Paul Tscherrig:
“Eccellenza Domenico Cancian, mi reco a premura di comunicarle che il Santo Padre ha nominato Vescovo di Città di Castello S. E. Mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio, unendo “in persona episcopi” le Sedi di Città di Castello e di Gubbio. Desidero in questa occasione rivolgerle i miei più profondi e cordiali sentimenti di gratitudine per quanto da lei svolto negli ultimi anni in qualità di guida per la comunità che è in Città di Castello, per il costante impegno e la dedizione profusi, ad immagine di Cristo, buon Pastore”.
In contemporanea, il cardinal Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, ha nominato mons. Cancian come amministratore apostolico della diocesi di Città di Castello, in attesa dell’arrivo del nuovo pastore.
Il saluto del vescovo Luciano alla Chiesa tifernate
Sorelle e fratelli carissimi della Santa Chiesa di Dio che è in Città di Castello, pace a voi! Nel giorno in cui vi giunge la notizia che il Santo Padre ha voluto affidare alla mia persona la guida e la custodia della vostra antica e nobile Diocesi vi invio un saluto carico di affetto e tremore per la grande responsabilità che mi spetta. Al tempo stesso, il cuore è colmo di gioia e gratitudine per il dono e la grazia che mi permettono di servire ancora la Chiesa in umiltà e semplicità.
Con voi saluto e ringrazio il vescovo Domenico, che vi ha guidato in questi anni con la sua saggezza di Padre e l’esempio di una vita donata per amore a servizio della misericordia di Dio. La sua accoglienza fraterna per me e il suo esempio di pastore buono tra voi sono la migliore indicazione per il mio ministero.
Penso a voi tutti come il popolo santo di Dio che vive della grazia della Pasqua e testimonia in queste terre benedette la gioia e i frutti della vita nuova di Gesù risorto. Vorrei poter visitare ogni casa ed incontrare ciascuno dentro la sua storia per cogliere i tratti della visita del Signore e poter condividere la consolazione della sua bontà.
Il mio saluto più caro è, prima di tutto, per le famiglie. Tutte le famiglie, a partire da quelle che portano il peso di una sofferenza e di un dolore, o faticano nelle umiliazioni della povertà e della solitudine. Aiutiamoci ad ascoltare il cuore di tutti e cerchiamo insieme di non lasciare solo nessuno. Il corpo della Chiesa è intessuto dei colori e delle storie delle nostre famiglie in cui tutti troviamo casa: i nonni e gli anziani, i padri e le madri, i piccoli e i giovani.
Tra voi saluto i fratelli presbiteri e diaconi, guide e servi di questo santo popolo, che accompagnano le vostre comunità e il cammino di tanti. Sentitemi vostro fratello e padre, ma prima di tutto servo, per incoraggiarvi e sostenervi nel ministero che condividiamo a favore di questa bella sposa.
Alle sorelle e ai fratelli di vita consacrata invio la mia benedizione per la loro testimonianza di fedeltà e di amore a Dio. Coinvolgetemi nelle vostre storie di grazia e di santità a beneficio di tanti sorelle e fratelli.
Saluto cordialmente le autorità civili e militari con cui avrò l’onore di collaborare per il bene comune, e l’onere di condividere con tutti e con ciascuno la responsabilità per le comunità che la storia ci affida.
Con la diocesi di Gubbio siamo chiamati d’ora in poi a camminare insieme come Chiese sorelle, nell’ascolto attento della voce dello Spirito Santo per rimanere fedeli alla missione che Dio ci ha affidato. Il Signore che ama e custodisce la storia e la testimonianza di queste due porzioni elette del suo popolo santo ci educhi e ci insegni a conoscerle, amarle e servirle con umiltà e con gioia.
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10,8). Altro non so, e non so insegnarvi, carissimi, se non quello che anch’io ho ricevuto in dono: la meraviglia della vita, la grazia della fede e la potenza dell’amore. Tutto abbiamo ricevuto gratuitamente da Dio, tanto possiamo donare gratuitamente al mondo. Facciamolo insieme!
In attesa di incontrarvi presto mi affido con tutti voi alla potente intercessione dei nostri santi: la Madonna delle Grazie protegga con sguardo materno i nostri borghi e le nostre città, ci infiammi la testimonianza luminosa dei santi martiri Crescenziano e compagni, i santi Florido, Amanzio e Donnino ci insegnino la bellezza della Chiesa sinodale, ci alleni all’amore senza misura santa Veronica Giuliani, ci sostenga nelle nostre debolezze e miserie santa Margherita, ci contagino la gioia e il coraggio del beato vescovo Carlo Liviero”.
don Luciano Paolucci Bedini
Le riflessioni del vescovo Domenico
Insieme a tutti voi, clero, religiosi e laici, accolgo con spirito di fede e obbedienza questa disposizione del Papa. Non è questo un semplice atto amministrativo, è un atto del Magistero Pontificio per il bene della nostra comunità. E come tale vogliamo accoglierlo.
Esprimiamo tutta la nostra benevola e cordiale accoglienza al vescovo Luciano che con generosità ha detto il suo “sì” al Signore, assumendosi la responsabilità di guidare la Chiesa tifernate, oltre a quella di Gubbio, di cui è pastore dal 29 settembre 2017. Lo ringraziamo di cuore perché assume questo nuovo servizio con semplicità e disponibilità, umiltà e coraggio, come abbiamo ascoltato dal suo bel messaggio.
Ho fiducia che con l’aiuto dello Spirito Santo, con le notevoli capacità umane e pastorali del vescovo Luciano e con la piena collaborazione di tutto il popolo tifernate, si possano superare le difficoltà inerenti al diverso contesto sociale, culturale e pastorale delle due diocesi chiamate a camminare insieme come sorelle “in persona episcopi”.
Nel tempo in cui la Chiesa universale è sfidata a vivere ancor più la sinodalità, vogliamo credere e impegnarci a far sì che le diversità culturali e storiche diventino ricchezza di fraternità mettendo in atto una collaborazione pastorale innovativa e condivisa. In un tempo, come il nostro, di grandi cambiamenti, accompagnati da indicibili sofferenze come le guerre in atto e la pandemia, la disposizione del Papa può diventare uno stimolo per vivere ancora meglio “comunione, partecipazione e missione” come ci chiede il cammino sinodale. Sempre con lo scopo di testimoniare oggi, in questa nostra terra benedetta, la pace e la speranza della Pasqua di Gesù crocifisso e risorto per tutti. Così possiamo risvegliare la fede viva e l’amore operoso, sull’esempio dei nostri Santi, quelli già in cielo e le tante persone che in mezzo a noi vivono in modo ammirevole, mettendosi a servizio degli altri con pazienza e umile dedizione.
In questo sicuramente ci aiuteranno i patroni sant‘Ubaldo, la cui Festa è in corso, insieme a Florido e Amanzio, unitamente ai tanti santi e sante che le due Chiese lungo i secoli hanno generosamente offerto.
Il vescovo Luciano ci dirà in seguito il giorno del suo ingresso per prendere possesso della Chiesa Tifernate come pastore e guida. Il primo incontro con lui e il clero tifernate avrà luogo a Canoscio nel ritiro di mercoledì prossimo 11 maggio.
Approfitto per ringraziare il popolo di Dio che è in Città di Castello e la comunità civile con le rispettive amministrazioni che insistono nel territorio diocesano. Sinceramente in questi quasi 15 anni, che ho avuto la grazia di servire questa bella Chiesa, mi sono sentito accolto e accompagnato da tutti voi. Insieme abbiamo condiviso momenti belli e sofferenze a volte drammatiche. Così è nato un rapporto di amicizia e di stima che non verrà meno. Seppure fra non molto non sarò qui fisicamente tra voi, sono certo che l’affetto reciproco resterà nei nostri cuori. Insieme abbiamo cercato di attuare il comandamento di Gesù “Amatevi come io vi ho amato” che ho scelto come motto episcopale.
+Domenico Cancian
Il messaggio dei Vescovi umbri
I Vescovi della Conferenza episcopale umbra assicurano a mons. Luciano Paolucci Bedini, chiamato dal Santo Padre a reggere la Chiesa di Città di Castello insieme a quella di Gubbio, la loro fraterna preghiera per il nuovo servizio ecclesiale. A mons. Domenico Cancian la viva gratitudine e l’ammirazione per il generoso e sapiente ministero episcopale svolto nella Diocesi tifernate e nella nostra regione.
+Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e
presidente della Conferenza episcopale umbra
Chi è mons. Luciano Paolucci Bedini
Mons. Paolucci Bedini è nato il 30 agosto 1968 a Jesi, nella diocesi omonima e provincia di Ancona. È entrato nel Pontificio seminario regionale marchigiano Pio XI di Fano (PU) e ha conseguito il Baccellierato in Teologia presso l’Istituto teologico marchigiano. Il 30 settembre 1995 è stato ordinato sacerdote a Osimo. Dal 1996 al 1999 ha frequentato l’Università pontificia salesiana a Roma, ottenendo la Licenza in Teologia.
Ha svolto i seguenti incarichi pastorali: vicario parrocchiale di San Paolo Apostolo ad Ancona dal 1995 al 2004; direttore dell’Ufficio catechistico diocesano dal 1999 al 2011; docente di Catechetica e di Teologia pastorale all’Istituto superiore di Scienze religiose di Ancona dal 2001 al 2011; direttore dell’Ufficio catechistico regionale dal 2003 al 2010; vice rettore dal 2004 e dal 2010 rettore del Pontificio seminario regionale Pio XI di Ancona; assistente ecclesiastico regionale dell’Agesci dal 2005 al 2010 e dal 2010 membro della Commissione presbiterale regionale.
Eletto vescovo di Gubbio il 29 settembre 2017, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 3 dicembre successivo. All’interno della Conferenza episcopale italiana è membro della commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo.
Il cammino comune delle Chiese eugubina e tifernate
Il 14 gennaio del 1965 muore il vescovo di Gubbio, mons. Beniamino Ubaldi, all’età di 82 anni. L’anno seguente, nel settembre 1966, si dimette da vescovo di Città di Castello mons. Luigi Cicuttini. Inizia un periodo storico per le due Chiese umbre, quella eugubina e quella tifernate, narrato in maniera precisa e documentata nel volume “La Diocesi di Gubbio” scritto da mons. Pietro Bottaccioli, 58esimo successore di sant’Ubaldo tra il 1989 e il 2005.
Le due comunità temono in quegli anni l’ipotesi di una grande diocesi perugina, estesa su buona parte del territorio provinciale. L’ufficio di amministratore apostolico viene affidato prima a mons. Raffaele Baratta, arcivescovo di Perugia, e poi – dal dicembre 1969 – il comboniano mons. Diego Parodi.
Il 22 gennaio 1972, sette anni dopo la morte di Beniamino Ubaldi, il Papa nomina mons. Cesare Pagani come pastore delle due diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Viene ordinato vescovo dallo stesso Paolo VI a San Pietro il 13 febbraio e fa il suo ingresso nelle due cattedrali nella giornata del 19 febbraio. L’episcopato di mons. Pagani a Gubbio e Città di Castello termina il 10 gennaio del 1982, quando fa il suo ingresso come arcivescovo di Perugia.
Quasi in contemporanea – nei mesi che seguono – le due diocesi dell’Umbria settentrionale tornano ad avere due pastori distinti. Il 9 maggio di quell’anno, dalla Sardegna arriva nella diocesi tifernate mons. Carlo Urru, che era stato rettore del Seminario regionale di Assisi dal 1964 al 1971. Il 5 settembre – dopo l’ordinazione episcopale del 29 agosto 1982 a Todi – arriva a Gubbio mons. Ennio Antonelli, già docente di Storia dell’arte al liceo eugubino “Mazzatinti” dal 1973 al 1976.