Hanno come riferimento primario la famiglia, sono sempre più integrativi, le ragazze avvertono con più forza rispetto ai maschi gli indici del disagio giovanile, si interessano poco di politica e se lo fanno si dichiarano di destra, cercano sempre di più un supporto nei servizi di mediazione psicologica. È la fotografia dei giovani adolescenti dell’Umbria che emerge da uno studio svolto dall’Agenzia Umbria ricerche (Aur) sulla base di un questionario somministrato a 2 mila ragazzi delle scuole medie superiori e dei corsi di formazione professionali, con lo scopo di indagare valori, stili di vita, condizione sociale e familiari, visioni del futuro e altro. La ricerca, pubblicata in un volume di 365 pagine dal titolo I giovani adolescenti in Umbria, è stata presentata venerdì 16 ottobre a Perugia con una giornata di lavori conclusa da una tavola rotonda. Gli innumerevoli dati raccolti descrivono una realtà complessa e articolata dei giovani umbri che hanno dai 14 ai 19 anni. Alla idealità nei rapporti sentimentali, infatti, gli adolescenti umbri (il 41,5% degli intervistati ha un ragazzo o una ragazza contro il 32,9% di altre regioni) contrappongono il disincanto nelle opinioni legate all’ingresso nel mercato del lavoro. Il 35% per trovare un’occupazione conta sull’appoggio di familiari e persone influenti contro il 21,1% di altre regioni, mentre competenza e preparazione contano per il 34,4% contro il 42,4 degli altri ragazzi italiani. I fenomeni osservati in Umbria, è stato detto, sono però gli stessi e le tendenze trasgressive non sono marginali dal punto di vista dell’incidenza sulla popolazione giovanile. Le regole di condotta individuale, ovvero la dimensione etica personale, si distanzia dalle attese che il mondo adulto ha nei confronti delle nuove generazioni. Ciò provoca una propensione trasgressiva che si rivela in alcuni ambiti particolari come nei confronti dell’alcol, in particolare superalcolici (il 32% degli umbri ne consuma almeno una volta la settimana contro il 14% per cento in Italia), che delle droghe. È confortevole osservare una buona propensione degli studenti umbri a frequentare associazioni, non dissimilmente da quanto avviene nel resto del Paese, ma in direzioni un po’ diverse. Per esempio è spiccata la tendenza a partecipare a società o gruppi sportivi (30,9% degli umbri contro 19,2 degli coetanei di altre regioni) ed anche, seppur in modo estremamente contenuto data anche l’esiguità dei militanti, ad organizzazioni politiche, partiti o movimenti (8,2 dato regionale e 3,8 nazionale). Reazioni delle istituzioni al Rapporto dell’Aur sugli adolescentiIl presidente dell’Aur, Claudio Carnieri, esponendo la ricerca ha spiegato come “il primo dato che emerge è che l’Umbria è già una realtà multietnica, e che tutta la regione vive oggi in questa dinamica che richiama il mondo”. “Le disuguaglianze e le gerarchie sociali appaiono molto forti – ha detto – e se ne trovano tracce fondamentali in tutti i percorsi di vita nei quali si formano i giovani, dalla famiglia alle scelte scolastiche, alle visioni del futuro, ai rapporti, modesti e critici, con la politica. L’universo giovanile tende a fare affidamento più sulle ‘reti’ che sulle proprie capacità e le ragazze rivelano un incipit più profondo e complesso nella costruzione del proprio sé”. Tra gli interventi pubblici più richiesti dai giovani intervistati c’è quello della mediazione psicologica. “Sebbene da questa ricerca emerga come tra i giovani in Umbria reggano i valori fondamentali, essa ci mostra anche una realtà complessa dove non mancano punte preoccupanti di disagio. Ed è questo che deve principalmente interrogare noi, rappresentanti delle Istituzioni”, ha detto la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, intervenendo alla presentazione del rapporto I giovani adolescenti in Umbria. “Dobbiamo tornare ad investire in progetti educativi capaci di sviluppare capitale sociale. In questi anni – ha concluso – probabilmente abbiamo ‘abbassato’ la soglia di attenzione, forse non siamo stati in grado di cogliere l’avanzare di un’emergenza educativa legata al tema dell’adolescenza. Dunque c’è, innanzitutto per noi, un grande lavoro da svolgere, e io mi sento impegnata, in prima persona, in questo non rinviabile lavoro”. Nell’aprile 2008 – ha ricordato l’assessore regonale alle politiche sociali, Damiano Stufara – la Regione Umbria ha sottoscritto con il Governo un Accordo di programma quadro attraverso il quale sono state avviate azioni su più livelli. Questa ricerca, prevista e finanziata dall’accordo, ha detto Stufara, “rappresenta la traduzione di una volontà politica e di una necessità: la volontà di lanciare politiche di benessere per i giovani umbri, di cui sono testimonianza le Linee di indirizzo sull’asse strategico della promozione del benessere delle giovani generazioni e l’Azione di sistema nell’area della prevenzione sociale, approvate nei mesi scorsi dalla Giunta regionale”.