Le ali della libertà

Sono stati entusiasti i detenuti del carcere di Maiano che sabato hanno potuto assistere allo spettacolo del ballerino Raffaele Paganini, ideato appositamente per loro. Uno spettacolo che ha preso forma nell’estate scorsa, quando la stella della danza, in occasione di un suo spettacolo a ‘Spoleto Estate’, ha visitato la casa di reclusione ed incontrato le persone al suo interno. Un dialogo che ha segnato Paganini, come dice lui stesso. Durante la chiacchierata tra lui e i detenuti uno soprattutto lo colpisce. Gli spiega: ‘Sai qual è la differenza tra me e te? Un secondo, quello che io non ho saputo gestire e che potrebbe capitare a chiunque’. ‘Quelle parole mi hanno fatto venire i brividi – racconta Raffaele Paganini – quel secondo avrebbe potuto essere il mio’. Per questo ha scelto di tornare, questa volta non più solo per parlare con i reclusi, ma per esibirsi in uno spettacolo ideato per l’occasione, prima di danzare, la sera, al chiostro di San Nicolò per il pubblico pagante. ‘Ho pensato alla perfezione geometrica di questo sistema – spiega Paganini -, il rispetto tra questi signori e le autorità mi ha fatto pensare al tango, che è una danza geometrica e passionale’. E di passione ce ne ha messa tanta, insieme alla sua Compagnia nazionale, composta da ballerini e ballerine apprezzatissimi dal pubblico. Ed il calore che volevano trasmettere dal palco, i 150 detenuti presenti l’hanno sentito eccome. A ringraziare per lo spettacolo è stato un recluso in particolare, che si è fatto portavoce di tutti. Di rimando Paganini ha promesso di tornare, quest’estate, quando sarà in città nuovamente per la kermesse estiva targata Vittorio Faustini. ‘Grazie dell’emozione che mi avete dato, sperando che il nostro destino si incontri di nuovo. Se non mi chiamate per venire ancora – ha detto dal palco ai detenuti – vi vengo a chiamare uno per uno!’. Il ballerino ha tenuto poi a precisare come il suo spettacolo di ieri pomeriggio nascesse esclusivamente da una sua volontà: ‘Non ho accettato niente, sono stato io, perché avevo voglia di venire qui’. Una scelta apprezzata anche dagli amministratori cittadini e dalla dirigenza della casa di reclusione, che ha donato al ballerino ed alla sua compagnia una targa ricordo. ‘Quello che noi facciamo ‘ ha dichiarato nel corso del pomeriggio il direttore del carcere Ernesto Padovani – lo dobbiamo fare, quindi non abbiamo meriti particolari. Attraverso queste esperienze mostriamo che siamo capaci di vivere insieme, integrati’.

AUTORE: Sara Fratepietro