L’Azione cattolica a Lampedusa

Editoriale

Il presidente dell’Azione cattolica italiana, Franco Miano, si è recato il 13 settembre in visita a Lampedusa per prendere coscienza diretta dei luoghi che hanno visto passare migliaia di uomini e donne immigrate. “Lampedusa è isola solidale, ma non può essere lasciata sola – ha detto. – La sua gente generosa e solidale deve essere sostenuta nello sforzo quotidiano dell’accoglienza ai molti che quasi ogni giorno si presentano sulle sue coste in fuga dalla guerra o dalla fame”. Non si fermano gli sbarchi a Lampedusa: ormai sono giunte sull’isola oltre 50.000 persone. Non si fermano anche le proteste degli abitanti di Lampedusa, che, senza far mancare l’accoglienza tradizionale, si sentono traditi e abbandonati dalle istituzioni. La visita del presidente di Ac s’inseriva dentro questo contesto; un contesto che non è solo di Lampedusa, ma anche delle città italiane e delle nostre comunità cristiane.La visita ha anzitutto il significato del segnalare l’interesse del mondo del laicato cattolico a un fenomeno, quale l’immigrazione, che sta trasformando i luoghi abituali della nostra vita: la scuola, la famiglia, il lavoro, la città.Un secondo significato della visita è legato alla storia e alla vita dell’Ac. Inaugurare un triennio da Lampedusa significa rendere attenta l’associazione a un luogo simbolo per antonomasia di un’esperienza necessaria nelle nostre comunità: l’incontro con l’altro. Le paure, i pregiudizi, le fatiche dell’incontro – segnalate anche dai Vescovi italiani nel documento Educare alla vita buona del Vangelo – che si respirano pure nelle nostre comunità cristiane chiedono un laicato capace di fare della relazione, dell’incontro con l’altro un luogo della credibilità della fede, ma anche un momento importante nell’itinerario educativo. L’incontro di Miano con gli isolani è anche un’occasione per ricordare un necessario rapporto da costruire tra Europa e Mediterraneo, che passa attraverso la quotidianità e non solo eventi straordinari; attraverso quegli incontri normali che avvengono nella pesca, con il turismo, con il dramma degli sbarchi. Un rapporto tra Europa e Mediterraneo anche da rinnovare culturalmente, dove la centralità della persona non può essere dimenticata e trova anche nel laicato di Azione cattolica uomini e donne capaci di ricordare la tutela dei diritti, politiche di protezione, percorsi d’integrazione, nel segno della dottrina sociale della Chiesa. La visita del presidente Ac, infine, rimanda alla figura del Buon samaritano con cui Paolo VI chiudeva il Concilio, che ha gettato le basi anche del nuovo Statuto dell’Azione cattolica sotto la presidenza del “martire” Vittorio Bachelet. L’Ac vuole ricordare a Lampedusa – secondo quanto viene sottolineato nell’enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI – come lo sviluppo chieda laici capaci di dono, di condivisione, di gratuità; chieda laici che scelgano i mezzi poveri per costruire grandi cose nella quotidianità; chieda laici capaci di “fantasia” nel costruire percorsi di accoglienza nelle nostre città. Lampedusa diventa, pertanto, anche un luogo per “pensare politicamente”, per coniugare, dopo il Congresso eucaristico di Ancona, fede e vita, eucaristia e carità.

AUTORE: Giancarlo Perego