“Lavoro e dignità della persona”, recitava il titolo della tavola rotonda organizzata dalla Cisl dell’Umbria lunedì scorso. Ma in tempi in cui il lavoro non c’è la tentazione sarebbe quella di lasciar perdere la dignità purchè un lavoro ci sia. La Cisl regionale ha però scelto di puntare alto anche perchè, ha detto il segretario regionale Ulderico Sbarra, “la crisi internazionale economica, ma anche alimentare, energetica, ambientale deve divenire un’opportunità per riscrivere nuove regole, che sappiano riequilibrare le relazioni tra capitale e lavoro”. Per farlo, ha spiegato Sbarra, “si deve iniziare a parlare di un nuovo umanesimo del lavoro, che tolga una volta per tutte le persone dalla precarietà, dall’incertezza e dalla paura: gli uomini, le donne, i giovani e gli immigrati devono essere garantiti nella propria integrità etica, fisica e psichica, ma questo può avvenire solo nella certezza lavorativa”. “Il problema vero – ha detto Giuseppe De Rita, presidente e segretario generale del Censis – è che sulla dignità del lavoratore c’è da fare una riflessione che non è solo del sindacato o dei padroni perché negli ultimi vent’anni si è ragionato in termini di autorealizzazione che ha premiato il piccolo imprenditore, l’artigiano o il lavoratore in proprio, mentre ha lasciato in secondo piano il lavoratore dipendente”. Oggi, ha detto De Rita, “se vogliamo proporre il tema della dignità del lavoro dobbiamo ripartire dal lavoro dipendente, tornare ad una logica organizzativa, dobbiamo ricominciare a pensare in termini di lavoro dentro le strutture”. De Rita ha parlato anche dell’Umbria, delle sue prospettive di sviluppo. “Quale è la carta vincente dell’Umbria?” si è chiesto il sociologo, dopo aver parlato degli “egoismi” locali sui quali far leva per vincere la sfida della competizione globale, “come hanno fatto Milano con l’Expò o Torino con le Olimpiadi invernali”. la nostra regione, ha aggiunto De Rita, non può far leva sul turismo perchè è di nicchia e non attira, per esempio, le grandi masse della riviera adriatica, nè sulla imprenditorialità perché “il cachemer da solo non basta”. Deve piuttosto “inventare qualcosa di forte e unitario e il fatto di essere una regione cerniera, dunque di passaggio tra norrd e sud, può essere un fattore su cui puntare, dunque attenti alle infrastrutture – ha concluso – possono essere la strada per ripartire”. Più senso di responsabilità e meno litigi per affrontare l’emergenza della crisi economica. La crisi c’è e si fa ancora sentire, e allora il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, chiede alla classe politica italiana di “reagire con responsabilità”. “Quando ci sono emergenze, non si combattono litigando ognuno con l’altro. I litigi – ha concluso Bonanni – sono una caratteristica della politica italiana nell’ultimo quindicennio: è ora di dire basta a questa situazione, mortificante ed anche penalizzante per la nostra comunità”. Maria Rita ValliCon le parole del Papa mons. Paglia spiega cosa vuol dire avere, e offrire, “un lavoro decente” Mons. Vincenzo Paglia, presidente Ceu, nel convegno della Cisl (vedi art. sopra) ha posto a confronto la situazione dell’attuale mercato globale con le linee portanti della dottrina sociale della Chiesa, riproposta nell’enciclica Caritas in veritate. Ecco alcuni passaggi. “Papa Ratzinger lamenta che il mondo soffre ‘per mancanza di pensiero’. E ha ragione. Il fenomeno della globalizzazione, che ha fatto saltare i vecchi paradigmi e aperto nuovi ed inediti scenari, richiedeva una nuova visione, una nuova sintesi, un nuovo pensiero per orientare l’azione umana, ma non sono venuti. Siamo entrati nel nuovo secolo senza sogni, senza visioni. Il papa, che non manca di chiamare per nome le grandi ferite che lacerano il tessuto della vita associata mondiale, dalla fame, alla sete, alle numerose ingiustizie, ai non pochi conflitti, ai grandi problemi che toccano la vita umana compresi quelli relativi alla biotecnologia e all’ambiente, ha avuto il coraggio di proporre con la enciclica Caritas in Veritate una prospettiva che aiuti a ripensare e a realizzare un effettivo sviluppo del pianeta. … La Caritas è il nome stesso di Dio. È in questo orizzonte che si iscrive anche il tema della dignità del lavoro. Dobbiamo riconoscere a Benedetto XVI il coraggio di aver parlato nuovamente della dignità del lavoro: non basta qualsiasi lavoro e a qualunque condizione, perché si possa definire dignitoso. Sono pochi, troppo pochi coloro che rimettono in primo piano la dignità del lavoro umano. …Un lavoro decenteIl papa spiega quindi che la parola ‘decenza’ applicata al lavoro: “significa un lavoro che, in ogni società, sia l’espressione della dignità essenziale di ogni uomo e di ogni donna: un lavoro scelto liberamente, che associ efficacemente i lavoratori, uomini e donne, allo sviluppo delle loro comunità; un lavoro che, in questo modo, permetta ai lavoratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione; un lavoro che consenta di soddisfare la necessità delle famiglie e di scolarizzare i figli, senza che questi siano costretti essi stessi a lavorare; un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamente e di far sentire la loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale; un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condizione dignitosa”.
Lavoro: che ci sia e che sia dignitoso
La Cisl regionale rilancia il tema dell’occupazione con Bonanni e De Rita a Perugia
AUTORE:
Vincenzo Paglia