GUBBIO- Un quadriennio segnato dall’apertura di tanti cantieri per la ristrutturazione e il recupero di chiese ed edifici della diocesi eugubina. Tra il 2019 e il 2023, sono quasi otto i milioni di euro messi a bilancio per le varie opere che riguardano almeno una dozzina di strutture della Chiesa eugubina.
La panoramica sui lavori è stata fatta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini in occasione dell’annuale incontro con i giornalisti locali per la celebrazione della Festa di San Francesco di Sales, patrono degli operatori dei media e della comunicazione sociale.
Tra i cantieri già chiusi ci sono la chiesa di San Bernardino a Umbertide e quella di Sant’Antonio a Scheggia e Pascelupo, con i lavori realizzati tra il 2018 e il 2019, per un importo complessivo di oltre 260 mila euro, investiti nei due luoghi. Prima ancora, a fine 2017, era stata la Cattedrale eugubina dedicata ai Santi Mariano e Giacomo a essere riaperta dopo il consolidamento e i restauri, prima chiesa madre recuperata fra tutte quelle delle diocesi comprese nel cratere dei terremoti del 2016. Lavori di fatto conclusi, ma recupero non ancora inaugurato a causa della pandemia, quelli realizzati nella chiesa di Santa Croce della Foce grazie all’impegno della Confraternita, del Fai, di Intesa Sanpaolo e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’ultimo edificio sacro riaperto, tra quelli lesionati profondamente dal sisma di oltre quattro anni fa, è la chiesa di Madonna del Prato, autentico gioiello del barocco eugubino, per il recupero del quale è stato speso oltre un milione di euro. Non è un caso che la celebrazione per San Francesco di Sales sia stata celebrata da monsignor Paolucci Bedini proprio nella chiesa della comunità parrocchiale guidata da don Fabricio Cellucci, come ultimo capolavoro di arte e architettura recuperato, in ordine di tempo.
Tra i cantieri attivi in questo momento c’è quello della chiesa di San Venanzio a Semonte, aperto nel luglio 2018 e destinato a chiudersi entro fine 2021, se la tempistica dei lavori di ri-costruzione del complesso parrocchiale sarà rispettata. Si tratta dell’opera che, tra quelle in corso, ha il budget economico più elevato, con oltre 3 milioni e 200 mila euro, destinati sia alla grande aula liturgica, sia ai locali parrocchiali attigui.
Anche nella chiesa di San Giovanni Battista nella frazione di Loreto i lavori sono già iniziati da qualche mese con l’obiettivo di chiudere il cantiere entro la fine dell’estate prossima, per una spesa complessiva di quasi 250 mila euro. Cantiere aperto pure a San Michele Arcangelo in Carbonesca, dove si prevede un anno di ristrutturazione (a partire dal novembre scorso), per una spesa di circa 190 mila euro.
A breve, invece, sono destinati a partire i cantieri nelle chiese di Santa Maria Maddalena a Ponte d’Assi e di Santa Maria Assunta a Ghigiano, per una dotazione economica che – nel complesso – ammonta a oltre 270 mila euro, con ipotesi di termine dei lavori entro novembre 2021 in entrambi i casi.
Altri cantieri si apriranno nel corso del 2021. Come quello nel complesso della Cattedrale, per la parte dell’edificio dei canonici già occupato in parte dal museo diocesano, con inizio lavori previsto per settembre 2021 e termine entro due anni, con un budget di circa un milione e 300 mila euro (comprensivo dei lavori già realizzati nel 2017 per la chiesa Cattedrale). Quasi 400 mila euro, invece, saranno destinati al recupero della zona della torre del palazzo del Vescovato, con inizio previsto per giugno di quest’anno e il termine entro l’estate 2023. Infine, nell’autunno prossimo dovrebbe aprirsi anche il cantiere del complesso parrocchiale di San Giovanni Battista a Cantiano. Una ristrutturazione da circa mezzo milione di euro, da completare nel giro di un anno.
I finanziamenti per l’esecuzione dei lavori hanno origini diverse e vanno dai fondi dell’8xMille, a quelli erogati dallo Stato, fondi per i terremoti e compartecipazioni di curia diocesana e parrocchie.
Nel delineare il quadro delle opere di recupero, il vescovo Luciano ha parlato di una duplice importanza per il territorio: quella della riscoperta di luoghi di fede, aggregazione, storia, arte e architettura e quella dell’iniezione di risorse economiche per le aziende del settore edile. A queste ultime, monsignor Paolucci Bedini ha assicurato la massima attenzione da parte della curia diocesana per favorire il coinvolgimento delle realtà produttive locali, compatibilmente con le normative vigenti, garantendo la massima trasparenza e invitando le imprese a mettersi in regola con tutti gli adempimenti necessari.