Lavorare per vivere. Si può?

Incidenti sul lavoro. Venerdì giorno di protesta e di impegno per luoghi di lavoro più sicuri

Tre operai morti e tre feriti in questo inizio di settembre. L’ultimo, un operaio spoletino di 55 anni, rimasto gravemente ferito mercoledì in un incidente sul lavoro avvenuto nello stabilimento ‘Sgl Carbon’ a Narni Scalo. Dal giugno 2002 a dicembre del 2004, in Umbria, si sono verificati 36 infortuni mortali sul lavoro, di cui 2 nel settore dell’artigianato, 6 in quello dell’industria, 11 in edilizia, 14 in agricoltura e 3 nel terziario. L’edilizia si conferma come settore critico, con oltre il 30 per cento degli infortuni mortali sul luogo di lavoro. Nei primi nove mesi del 2005, le vittime sono già 17. Due gli operai morti e uno in gravissime condizioni per la caduta di un ponteggio mobile; un altro operaio, 24enne, schiacciato da un pannello prefabbricato e un muratore albanese caduto da un’impalcatura, non sono delle fredde cifre. E se nella regione si verificano 20mila infortuni all’anno, qualcosa non funziona. Per l’Asl 2 ogni ‘parte coinvolta deve riflettere sul proprio ruolo e impegnarsi al massimo per rendere concreto l’inviolabile diritto alla tutela delle condizioni di lavoro’. Nel settore cantieristico, la tutela del lavoratore è legata a impianti, attrezzature, strutture, macchinari sicuri, ma anche alla regolarità del rapporto di lavoro, alle procedure di subappalto, all’organizzazione e pianificazione delle opere, alle interferenze tra diversi soggetti operanti in cantiere, all’adeguatezza dei tempi di lavoro. L’Asl 2 è impegnata con dieci tecnici. Ma ogni anno sono 2.500 i nuovi cantieri; i sopralluoghi sono quasi 1.000 all’anno; 200 invece i provvedimenti correttivi e 70 le inchieste di infortunio. Regione e sindacati, invece, si sono riuniti al tavolo generale del Patto per lo sviluppo, per parlare di sicurezza nei luoghi di lavoro e degli strumenti legislativi a disposizione: quindi la modifica della legge regionale 1 del 2004 sull’edilizia, l’estensione del documento unico di regolarità contributiva (Durc) a tutti i lavori privati, maggiori sanzioni per imprese e committenti e più coordinamento tra tutti i soggetti preposti al controllo. Ma si è parlato anche dell’abbattimento della logica di sfruttamento del lavoro nero e della necessità di stroncare il meccanismo dei subappalti. Per il 26 settembre è stato convocato il ‘Comitato regionale di coordinamento per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro’. Le Acli dell’Umbria, aderendo allo sciopero di venerdì, hanno invitato le famiglie umbre ad esporre alle finestre candele accese ‘per chiedere alla fiamma della speranza che ogni giornata di lavoro sia una giornata di vita’.

AUTORE: Umberto Maiorca