Lavorare o fare figli? Qualcosa va cambiato

Maternità e lavoro. La vicenda di Nerica, con tre lavori part time e nessun diritto alla maternità

Da sei anni lavoro alla Rai, a Radio 1, per la trasmissione sull’immigrazione ‘Permesso di Soggiorno’. Ho 42 anni, sono un’esperta sulle questioni dell’immigrazione e dell’asilo. Da sei anni sono ‘collaboratrice occasionale’, con contratti a tempo determinato con una durata di circa 9 mesi da settembre a giugno. In redazione siamo in cinque, di cui nessuno interno Rai e gestiamo il programma che va in onda sei giorni alla settimana. Seconda nascita in famiglia. Firmare il contratto di lavoro o fare la mamma? Il 18 agosto 2001 ho partorito la mia prima figlia e ho ottenuto il diritto alla ‘maternità’ grazie ad un altro contratto che avevo con una cooperativa sociale di Roma come socio lavoratore. La collaborazione ‘occasionale’ non mi garantiva il diritto alla maternità. Il 29 agosto del 2004 ho partorito la mia seconda figlia e il 6 di settembre ero già al lavoro in Rai, perché iniziava il mio contratto. Avevo due scelte: o firmare il contratto e iniziare subito, o lasciare la collaborazione. Per ragioni economiche ho firmato il contratto, facendo poi salti mortali per curare contemporaneamente mia figlia (allattamento, tenera età’) e gli obblighi lavorativi. Nello stesso periodo avevo anche un contratto a progetto con una Onlus, stipulato ai primi giorni di aprile 2004 con scadenza 31 dicembre 2004. Avere due contratti di lavoro e perdere il diritto alla maternitàAll’Inps di Terni mi dissero che con il contratto Rai non potevo avanzare domanda per la maternità mentre per il contratto a progetto, pur prevedendola, non avevo contributi sufficienti per presentare la richiesta. Così sono rimasta senza. Solo grazie all’aiuto dei nonni, i genitori di mio marito, sono riuscita mandare avanti lavoro e la maternità.. Bonus per il figlio? Non ti spetta se sei stranieraDopo la nascita della seconda figlia, ho fatto domanda per il contributo ‘per le famiglie’ di 1.000 euro per il secondo figlio, concesso dal Governo Berlusconi. La mia domanda è stata respinta, perché sono extracomunitaria e al Ministero del Welfare mi è stato detto che 1.000 euro sono previsti solo per le mamme italiane. Però mio marito è italiano ed entrambe le figlie sono cittadine italiane e si sente discriminato dal suo Governo perché ha sposato una straniera extracomunitaria. Come dargli torto? Il bonus non è per la famiglia, ma ad personam, e solo se sei italiana.

AUTORE: Nerica Eminovic