L’arte disse: Sia la luce!

Inaugurata la maxi-mostra sul pittore futurista Alessandro Bruschetti

Chi volava nel blu dipinto di blu? Domenico Modugno? Macché, i pittori futuristi, in particolare quelli che si dedicavano all’aeropittura, con le loro vedute peasaggistiche realizzate come da un aereo. In Umbria il nome che “sovra gli altri com’aquila vola” è quello di Gerardo Dottori, ma la nostra regione ha dato i natali anche ad altri artisti della stessa scuola, e di grande talento. Primo fra tutti Alessandro Bruschetti, del quale è in corso un’amplissima retrospettiva, senza precedenti per significatività, suddivisa in due sedi: Perugia e Castiglione del Lago. A Castiglione del Lago l’evento è stato inaugurato il 5 settembre a palazzo della Corgna. Fino al 1° novembre si potranno ammirare una settantina di opere che ripercorrono l’intero itinerario estetico di Bruschetti, dal 1928 al 1977. A Perugia la mostra, inaugurata lo stesso giorno a palazzo Baldeschi in centro storico, rimarrà aperta – gratuitamente – anch’essa fino al 1° novembre. Le opere in esposizione riguardano in particolare l’arte sacra realizzata da Bruschetti in decenni di carriera, in parte ricorrendo a raffigurazioni tradizionali (sempre con geniali guizzi personali), ma anche inventando un modo nuovo di dipingere il Sacro. Lui la chiamò “pittura plurilumetrica”, cioè con raggi di luce che provengono da tante direzioni. Così, se già nel 1935 dipinse una Resurrezione in cui il Cristo, ancora riconoscibile nella sua fisionomia, già tende a esplodere in “tagli” di luce, nell’ultima fase dell’arte di Bruschetti il Risorto / Giudice universale diventa una pura irradiazione bianca, verso cui tendono tutte le cose. Nato a Perugia nel 1910, quindi un solo anno dopo la pubblicazione del Manifesto del futurismo (1909) di cui quest’anno ricorre il centenario, Bruschetti venne notato fin da giovanissimo non solo da Dottori ma dallo stesso Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo. Bruschetti diventerà così un esponente di punta della “seconda generazione” futurista, immediatamente a ridosso dei primi seguaci di Marinetti. Il Futurismo in Umbria fu un movimento culturale vivace. Il patròn era ovviamente Dottori. “Lui e i suoi amici – ricorda Massimo Duranti, organizzatore della mostra -, non solo artisti ma anche e soprattutto intellettuali e poeti, si incontravano regolarmente a discutere al caffè Mezzabestia in piazza Matteotti”. I pittori andavano a bottega da lui? “No. Però si ispiravano a lui. E Dottori, essendo a capo del sindacato artisti, organizzava mostre in cui esponevano tutti, non solo i futuristi. Grazie a lui i pittori umbri approdarono a prestigiose vetrine nazionali come Roma e Venezia”. Oltre a Bruschetti, quali altri esponenti aveva il Futurismo in Umbria? “Giuseppe Preziosi di Terni, Vittorio Meschini di Perugia, e una donna di Foligno: Leandra Angelucci Cominazzini. Senza dimenticare il giornalista e scrittore Alberto Presenzini Mattoli e la poetessa Franca Corneli Drago. Dopo il 1944, anno della morte di Marinetti, alcuni di loro elaborarono il Futurismo in modo diverso, altri tornarono all’arte figurativa. Ma Perugia ha avuto anche una terza generazione futurista: don Nello Palloni, che divenne allievo di Bruschetti all’inizio degli anni ’70”. Colto, tecnicamente bravissimo (più di Dottori… come tutti sussurrano), spiritualmente profondo, Bruschetti rappresenta un momento alto dell’arte umbra, ora da riscoprire e gustare. ORARIPerugia, palazzo BaldeschiTutti i giorni, ore 10-13, 15-19Castiglione del Lago, palazzo della CorgnaTutti i giorni, ore 10-13, 15.30-18Info e visite guidateArchivi Dottori: 075 5725220; 338 3862938Evento collaterale“L’opera grafica” di Bruschetti, galleria Benucci (via Bontempi 27, Perugia), dal 12 settembre

AUTORE: Dario Rivarossa