Presentazione ufficiale per il Missale Antiquum Plenarium dell’abbazia di Sant’Eutizio in Valle Castoriana Codice Vallicelliano B 8. Alle ore 11 del 2 marzo, nella sala Barberini del museo diocesano, l’Arcivescovo, insieme a Francesco Sicilia, capo dipartimento per i Beni culturali e paesaggistici del dicastero presieduto da Buttiglione, introdurrà l’argomento. La stampa del messale è stata curata in collaborazione con la Fondazione Cassa di risparmio di Spoleto. Il testo, risalente all’XI secolo, mostra un quadro della vita liturgica della comunità, quella di Sant’Eutizio, che lo ha commissionato e fatto redigere. È un manoscritto di grande interesse. Per nascita appartiene allo scriptorium dell’abbazia di Sant’Eutizio, uno dei centri scrittori meglio studiati e uno fra i più attivi nell’Italia centrale. È un messale con orazioni, letture e canti integrati per l’intero anno liturgico. Notevole per la fattura, per la grafia del testo e per l’apparato iconografico. Inoltre, dalle pagine è possibile riconoscere l’autore di gran parte del testo. Si tratta di Ubertus, antico abate di Sant’Eutizio (nel messale viene citato in una nota anteriore al 1087-88), esperto e abile scriba, al quale spettava di guidare il famoso centro scrittorio. L’originale, conservato nella biblioteca Vallicelliana di Roma, presenta una pergamena omogenea e complessivamente modesta. 411 sono le carte che compongono il manoscritto, 51 i fascicoli. Dallo scriptorium di Sant’Eutizio, oltre al messale in questione, sono nati anche altri celebri manoscritti, tra cui alcuni primordi di quel volgare umbro che segnò l’avvio della lingua italiana. ‘La realizzazione di questo messale – afferma Francesco Sicilia – è la concretizzazione di un progetto non solo culturale, ma anche spirituale, in quanto consente per la prima volta di documentare e di diffondere, nella forma originale, una delle più antiche fonti storiche della Chiesa umbra’. Questa riproduzione dimostra l’amore che la Chiesa di Spoleto-Norcia ha per la liturgia e per la ricerca delle fonti, che testimoniano la pietà e la fede della terra che ha dato i natali a san Benedetto, a santa Rita, a san Ponziano, a Ssanta Chiara della Croce e a numerosi altri santi. Il messale manifesta come la Chiesa spoletina sia erede di una comunità ecclesiale viva e vitale grazie al culto ininterrotto di un consistente numero di martiri fin dai primi secoli. Fu l’archeologia la prima scienza ad attestare la presenza del culto cristiano nella più remota antichità di quella che oggi è l’arcidiocesi di Spoleto-Norcia.
L’antico messale
Abbazia di Sant'Eutizio. 'Ritorna' l'opera a stampa risalente all'XI secolo. L'originale è conservato nella biblioteca Vallicelliana di Roma
AUTORE:
Francesco Carlini