Il Cardinale Bassetti racconta “l’anima profonda del Sinodo”

SINODO SULLA FAMIGLIA. L’evento raccontato a “La Voce” dal card. Gualtiero Bassetti che era tra i Padri sinodali
vescovo-Bassetti
Il cardinale Bassetti

Mentre giornalisti e opinionisti raccontavano di opposizioni tra cardinali e dedicavano pagine agli scandali che hanno accompagnato il Sinodo dei vescovi sulla famiglia (dall’outing del prete polacco omosessuale che presenta il compagno, alla “lettera dei 13 Padri sinodali” fino alla presunta malattia del Papa) nell’aula del Sinodo si stava verificando un evento del quale la maggior parte dei media non ha saputo cogliere, e neppure raccontare, “l’anima profonda”.

Il card. Gualtiero Bassetti, che il Sinodo lo ha vissuto dall’interno, lo sottolinea con semplicità e senza polemiche, al massimo con un po’ di rammarico perché le novità che hanno caratterizzato questo Sinodo sono rimaste in secondo piano. Nello studio che affaccia su piazza IV Novembre ci riceve pochi giorni dopo essere rientrato da Roma.

Parla con gioia profonda di un evento fatto di persone che si confrontano, parla di rispetto nella diversità di visioni e di esperienze, parla di momenti di tensione e di confronti vivaci che all’esterno sono raccontati come “scontro” tra visioni opposte, ma visti dall’interno sono la risposta all’invito di Papa Francesco a parlare con parresìa.

Al Sinodo non si è ‘solo’ parlato di famiglia ma si è fatto esperienza di un modo nuovo di vivere la sinodalità (camminare insieme) e il discernimento comunitario.

“Il Papa – dice il Cardinale – ha fatto solo due discorsi, di introduzione e di conclusione. Per il resto del tempo ha ascoltato”. In questi discorsi “è stato molto chiaro nel far capire cos’è il Sinodo, cos’è la collegialità, qual è il suo ruolo e quale è quello del popolo di Dio”, ricordando l’immagine usata da Papa Francesco, quella della Chiesa “come una piramide, sì, ma rovesciata, perché in alto sta il popolo di Dio e in basso sta chi deve servire il popolo di Dio”. L’autorità infatti è “questo umile servizio nei confronti del popolo di Dio”, dove il “Vicario di Cristo è responsabile della comunione fra tutti i fratelli, in una Chiesa che è cum Petro et sub Petro. Questo – ha aggiunto Bassetti – mi sembra che fosse un discorso molto chiaro, ma anche necessario in quel contesto”.

Sull’Osservatore Romano del 1° novembre il Cardinale ha scritto un editoriale in cui riprende e approfondisce la “portata storica” di questo avvenimento: un Sinodo che rappresenta il “vertice” della Chiesa cattolica romana ma, nei due anni di lavoro, ha dato anche alle più piccole parrocchie la possibilità di parlare. Un Sinodo che, sotto il soffio dello Spirito, non parla dall’alto di una cattedra ma, come il buon samaritano, “vede la sofferenza dell’uomo moderno e non si gira dall’altra parte”. Un Sinodo che indica alla Chiesa una strada, quella del “metodo sinodale”, dal quale “non si può in alcun modo tornare indietro”.

L’altro aspetto rimasto in secondo piano nella narrazione che del Sinodo è stata fatta è la concretezza della parola “cattolica”. La Chiesa cattolica è diffusa in tutto il mondo e – dice Bassetti – “fa questo grande sforzo di ‘inculturazione’ del Vangelo che viene portato in tutte le culture perché sia compreso da tutti”. Al Sinodo si sono confrontati vescovi che hanno parlato delle loro diocesi, di come la famiglia è vista e vissuta nei loro Paesi, dei problemi pastorali che incontrano nella vita di ogni giorno. Il fenomeno dei divorziati risposati – aggiunge – è particolarmente sentito “soprattutto in Europa e in America, dove i matrimoni che si sono infranti arrivano anche al 30-40%. In Africa non hanno questo problema, però ne hanno altri che non sono meno gravi”.

Per esempio, un vescovo dell’Africa ha posto il caso della poligamia portando l’esempio di un uomo che ha sei mogli: “Se una di queste si converte al cristianesimo, può ricevere il battesimo? In che condizioni si metterebbe da battezzata e cresimata in quel matrimonio poligamo? Può la Chiesa chiederle di lasciare il marito? Sono problemi pastorali enormi, grandissimi ed è per questo – commenta Bassetti – che quello che poteva sembrare contrasto era spesso una problematicità e diversità di problemi”.

“Non era compito del Sinodo dare soluzioni ai problemi specifici” spiega ancora il Cardinale, ricordando che i lavori erano divisi in tre parti: una generale sulla situazione attuale del mondo e della famiglia; una più pedagogica che era quella dell’accompa- gnamento, dell’educazione, della formazione, del sacramento del matrimonio e di come la Chiesa accompagna la famiglia; una dedicata ai casi particolari, “dove a noi sinodali veniva chiesto se anche questi casi particolari dovessero essere integrati, ma non spettava a noi dire come. Sarà compito del Papa dare indicazioni in merito”. Riguardo a quest’ultimo aspetto, si è posta in modo particolare l’attenzione alla situazione dei divorziati risposati. Non tutti sono colpevoli di questa situazione e nessuno è scomunicato, cioè escluso dalla comunione della Chiesa (di cui l’eucarestia è sacramento), per il solo fatto di essere divorziato. Dunque come integrarle nella vita della Chiesa?

Bassetti riassume in tre parole il Sinodo: accompagnare, discernere, integrare. Accompagnare i giovani al matrimonio o gli adolescenti nell’affrontare le tematiche di fondo della vita e dell’affettività, come anche le coppie in difficoltà. Ma, sottolinea Bassetti, “un accompagnamento che sia ‘stare al fianco’ come Gesù con i discepoli di Emmaus”. Questo “è il Sinodo del discernimento, perché si esce tutti con una grande responsabilità, se prenderemo sul serio quello che ci dirà il Papa”. Infine integrare. Il Sinodo non è entrato nello specifico. “Sarà il Papa a pronunciarsi” ricorda il Cardinale; e potrebbe scegliere di esprimersi sulle cose più importanti lasciando alle Conferenze episcopali locali di esprimersi su tutto il resto, tenendo conto delle specificità delle loro Chiese.

Infine, ma non ultimo, l’aspetto ecumenico dato dalla “partecipazione dei delegati fraterni delle Chiese ortodosse, compreso il delegato del Patriarca di Mosca che è intervenuto facendo un bellissimo intervento nei confronti della secolarizzazione che c’è in Occidente”. Dal punto di vista dell’ecumenismo il Sinodo avrà “ripercussioni grandi, perché – spiega Bassetti – noi stiamo entrando in quella sinodalità e in quella collegialità che la Chiesa ortodossa ci ha sempre rimproverato di non avere. E il Sinodo è stata un’espressione bella di collegialità, con la parresìa totale voluta dal Papa, senza nasconderci nulla negli interventi”.

AUTORE: Maria Rita Valli Riccardo Liguori