Le monache Agostiniane di Cascia, custodi del corpo e del messaggio di santa Rita, hanno scritto una nuova lettera alle famiglie dell’archidiocesi. È la terza epistola che le religiose hanno indirizzato alle famiglie, e a loro verrà consegnata. La versione integrale della lettera si può trovare nel sito della diocesi: www.spoletonorcia.it. “Anche dalle colonne del nostro settimanale – afferma don Sem Fioretti, direttore del Centro diocesano per la pastorale familiare – voglio dire grazie alle monache di Cascia, in particolar modo alla badessa suor Maria Natalina Todeschini, per la premura e la disponibilità che ancora una volta hanno mostrato verso le attività pastorali a favore della famiglia. Grazie anche per il prezioso servizio che le monche offrono per il bene tutti, oltre la loro incessante preghiera”. Uno dei grandi equivoci di oggi è credere che l’amore sia un sentire. L’amore viene relegato a un sentimento che viene improvviso – per magia – e scompare così com’è venuto. Questo sta provocando un vero disastro all’interno delle coppie. Non solo i giovani cadono in questo errore, ma anche coppie sposate da tanti anni, di colpo, si lasciano perché non sentono più nulla. Il sentire ha preso il posto del volere, e l’uomo è caduto in preda dei suoi sentimenti, che sono mutevoli come il tempo. Ora piove, ora c’è il sole, ora è caldo, ora è freddo. L’uomo ha perso così la bussola della sua vita e non riesce più a costruire grandi edifici. Tutto è senza fondamenta. L’uomo vero invece costruisce solo sulla volontà. Solo se c’è la volontà di studiare riesco a laurearmi, a suonare il pianoforte, ecc. Il nostro sentire non ci porta molto lontano, non è saggio e intelligente seguirlo ad occhi chiusi. Dopo l’innamoramento sono chiamato a fare il passaggio verso l’amore vero. È in questo passaggio, che oggi ci rifiutiamo di fare, che scopriamo la grandezza e la bellezza dell’amore. Nell’amore non siamo più sballottati dall’instabilità dei sentimenti, ma ci troviamo in un equilibrio appagante, pieno di pace e di serenità. La fedeltà voluta, accolta, e anche molto sofferta, ci permette di passare da uno stato di infantilismo alla maturità dove tutto il mio essere, cuore-mente-volontà, è uniformato. Il cammino spirituale deve portarci a questo, l’ascesi deve toccarci e cambiarci nell’intimo. Nella sua esperienza di conversione sant’Agostino sperimenta proprio la scissione della volontà. Una parte di lui voleva, un’altra parte ritardava, diceva tra sé: domani, domani… senza decidersi. Anche noi sperimentiamo questa fatica, questa pigrizia di darci tutti a Dio, di donarci all’atro che ho scelto per amore. C’è una certa delizia nel peccato, che non ci permette di desiderare una conversione profonda. È in questa volontà malata che sta la nostra debolezza. Nulla possiamo senza la grazia di Dio. Siamo perdenti in partenza. La grazia è la nostra forza, la nostra guarigione, la nostra medicina, la nostra salvezza e liberazione. Con la grazia posso arrivare a conformare la mia volontà a quella di Dio. Posso anch’io, come santa Rita, sperimentare la bellezza di vivere uniti a Lui, di amare come Lui, di desiderare ciò che desidera Lui. La grazia di Dio agisce però in base alla nostra libertà. Non violenta il nostro intelletto, non ci forza a fare ciò che non vogliamo. La grazia è Cristo Gesù. Con Lui il Padre ci ha donato ogni bene. Attraverso Lui possiamo vivere in pienezza la nostra umanità, ritrovare quell’unità interiore perduta con il peccato e vivere, grazie al dono dello Spirito, come creature nuove. La nostra volontà viene guarita se si conforma a quella di Cristo, che ha vissuto sottomesso alla volontà del Padre. Addirittura suo cibo era fare la volontà del Padre. Io veramente mi amo quando metto Dio al primo posto, perché Lui è l’unico mio vero bene. Se la mia volontà ritorna ad essere sottomessa a Dio, tutto il mio corpo sarà sottomesso a me. Le passioni che mi lacerano e mi rendono diviso si uniformano in questo unico desiderio. La volontà di Dio è quella di rendermi felice, già ora, in questa valle di lacrime. Questa felicità è Lui stesso, che vuole essere amato in tutti coloro che ha messo al mio fianco. Vuole che mi prenda cura di loro e che li ami fino al dono della vita. La volontà sottomessa a quella di Dio renderà puro il mio cuore e la mia memoria e mi renderà costruttore di pace, perché la pace la possiedo dentro, nella mia casa, nel mio ambiente di lavoro, tra i miei amici. Camminiamo nello Spirito, così non saremo portati a soddisfare le esigenze della carne e anche la nostra vita, come quella di Rita, sarà si piena di spine ma bella e profumata come una rosa. Con affetto, carissime famiglie, assicurandovi la nostra preghiera, vi accompagniamo in questo cammino di santità e di approfondimento, augurandovi la vera sapienza che solo lo Spirito di Dio ci può donare”.