L’Alunno a Foligno

Si inaugurerà sabato 29 maggio a palazzo Trinci la mostra sul pittore folignate

Un anno particolarmente ricco di iniziative culturali questo 2004: dopo le mostre su Perugino e Matteo da Gualdo ora è la volta di Nicolò di Liberatore detto l’Alunno. Sabato 29 maggio l’inaugurazione della mostra ‘Nicolò di Liberatore detto l’Alunno. Artisti e botteghe a Foligno nel Quattrocento’ nella splendida sede di palazzo Trinci a Foligno, la città che gli diede i natali. Artista più attivo nella Foligno del secondo ‘400 è sicuramente quello che raggiunse i risultati più elevati: il Vasari, a cui si deve il soprannome di Alunno (interpretò erroneamente la firma che il pittore appose alla predella del polittico di San Nicolò del 1492 ‘Nicholaus Alumnus Fulginiae’, cioè Nicolò cittadino di Foligno e non come lui la tradusse Nicolò Alunno di Foligno) nelle sue ‘Vite’ lo definì eccellente pittore ed anche lo storico Van Marle, nell’opera ‘Sviluppo della scuola italiana di pittura’ del 1933, scrisse che se fosse nato e cresciuto in un ambiente artistico importante, sarebbe divenuto uno dei più eminenti pittori del ‘400. Sin dagli inizi della carriera Nicolò mostra una convinta adesione ai termini del razionalismo pittorico di marca fiorentina, dando l’avvio alla sua interpretazione sentimentale e fantastica del Rinascimento che lo rende uno dei più significativi rappresentanti del cosiddetto ‘Rinascimento umbratile’. La mostra di Palazzo Trinci, che giunge a conclusione del terzo anno di celebrazioni che la città di Foligno ha tributato al pittore in occasione del V centenario della morte, documenterà la lunga attività del maestro svoltasi dal 1457 al 1502. Partendo dalla splendida stagione coincidente con la breve Signoria dei Trinci e in particolare con il tempo di Ugolino IV e di Corrado III, il percorso espositivo arriverà alla più immediata eredità dell’Alunno attraverso la produzione del figlio Lattanzio e dei collaboratori. Oltre alle opere di pittura, in mostra ci saranno anche alcuni esemplari provenienti da altre arti come l’architettura, la scultura, l’oreficeria, la produzione di manufatti lignei, vitrei e tessili, arte della stampa. Le sue opere nel corso dei secoli subirono una discreta dispersione, tuttavia diverse sono ancora oggi quelle conservate nella nostra regione ad Assisi, Foligno, Gualdo Tadino e Nocera Umbra. Nelle Marche, dove l’artista ebbe grande fortuna, opere di notevole spessore artistico, quali i polittici di Cagli, Montelpare e Camerino, sono finiti tra Brera e i Musei Vaticani e l’unica opera documentata per l’Abruzzo si trova alla National Gallery di Londra. L’opera più antica attribuita al maestro è la pala della Pinacoteca comunale di Deruta, datata e firmata 1457. Dopo qualche anno, nel 1460, Nicolò è ormai un artista maturo a capo di un’affermata bottega: la sua fama si impone soprattutto come creatore di grandi polittici, di gonfaloni e di tavole dipinte che avranno fortuna non solo nei centri dell’Umbria, ma anche lungo l’Appennino marchigiano. Altro capolavoro, datato 1462, la pala per la cattedrale di San Rufino di Assisi: un’opera che risente dell’influsso del Beato Angelico, ma che l’Alunno supera magnificamente.

AUTORE: Manuela Acito