Il titolo generale dell’Expo 2015, che apre il 1° maggio e proseguirà fino alla fine di ottobre, è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. “Con questo tema, da sempre fondamentale per l’umanità, la Chiesa entra in Expo portando la sua sensibilità ed esperienza”: è Luciano Gualzetti, vice direttore di Caritas Ambrosiana e vice commissario del padiglione della Santa Sede, a puntualizzare le motivazioni e gli scopi di questa “adesione convinta”. Nella speranza che il taglio del nastro inaugurale veda i lunghi e costosi lavori di preparazione completati, anche per dimenticare malaffare e arresti che hanno steso un’ombra sulla manifestazione…
Expo non può essere solo una fiera commerciale, è stato ripetuto più volte. Eppure l’esposizione universale ha sempre avuto una forte connotazione economica. Cosa c’è di diverso questa volta?
“Nelle intenzioni dei promotori, il tema dell’esposizione affronta aspetti essenziali per l’umanità e la sua stessa sopravvivenza. Le ultime edizioni si sono occupate, ad esempio, della risorsa acqua oppure della vivibilità urbana. Così Expo 2015 offre una piattaforma d’incontro e di confronto su scala globale sull’alimentazione e la nutrizione. La Chiesa ha colto il valore strategico dell’argomento, che di fatto chiama in causa innumerevoli altri aspetti, come il diritto al cibo e all’acqua, la lotta alla fame e alla povertà, l’equa distribuzione delle risorse, la giustizia sociale, lo sradicamento di alcune fra le cause remote della guerra, delle migrazioni, del cambiamento climatico… Con lo stile del dialogo, che appartiene alla Chiesa, sarà una presenza intesa a portare una parola originale su questi aspetti, che ovviamente nasce dalla visione evangelica del mondo e della vita”.
Il tema generale dell’esposizione sollecita serie valutazioni sul problema della fame, sull’utilizzo responsabile delle risorse del pianeta, sul rispetto per l’ambiente e i corretti stili di vita… Expo2015 sarà ricordato anche per avere riproposto al centro dell’agenda politica il tema della solidarietà?
“La Santa Sede e la Caritas vorrebbero portare a Milano le voci dei territori, le tante esperienze di servizio accanto alla gente, la solidarietà testimoniata in ogni Continente. C’è l’opportunità di far risuonare le attese degli 800 milioni di poveri di tutto il mondo, che vivono ai margini di questa nostra epoca nei Paesi in via di sviluppo ma anche nelle nazioni ricche, fino all’Europa e all’Italia. Si potranno segnalare, ad esempio, i fenomeni di accaparramento delle terre che impoveriscono i contadini di Africa e America Latina; le guerre per l’acqua in svariate regioni asiatiche e africane. Ma occorre anche denunciare, e cercare rimedio, all’enorme spreco di cibo che si verifica quotidianamente in Occidente: basti pensare che un terzo degli alimenti che vengono messi sul mercato finisce nella spazzatura. In questo senso, sì, possiamo dire che il termine ‘solidarietà’ deve essere rimesso al centro dell’agenda politica internazionale. Come dice Papa Francesco, bisogna cercare e rimuovere le cause della povertà, individuando responsabilità, risposte percorribili, azioni concrete. Expo può costituire un momento significativo in questa direzione”.
Il 19 maggio è fissata una giornata promossa da Caritas Internationalis sul diritto al cibo e alla sicurezza alimentare.
“Si tratta di un grande evento che avrà un prologo la sera prima in piazza Duomo a Milano, coinvolgendo le parrocchie e l’associazionismo. Poi, il 19 maggio sarà la volta di una conferenza – ‘Una sola famiglia umana. Cibo per tutti’ – che concluderà la campagna mondiale per il diritto al cibo e all’acqua sostenuta dalla Caritas. I direttori delle Caritas nazionali di tutto il mondo racconteranno quanto hanno fatto nel proprio Paese su questo versante. Ci sono esperienze diversissime, che toccano l’educazione alla sobrietà, la revisione degli stili di vita personali, il consumo critico, la cooperazione, la microagricoltura e l’agricoltura familiare, l’acceso al lavoro per le donne, lo stop agli agrocarburanti, la restituzione delle terre ai contadini. Ricordo inoltre che, tra le decine di iniziative che saranno promosse nei prossimi mesi, figura, l’11 giugno, il national day della Santa sede, alla presenza del card. Gianfranco Ravasi, commissario generale della Santa Sede all’Expo. Sarà una giornata di confronto a carattere antropologico sul tema di Expo e prevede anche un ‘Cortile dei Gentili’, evento sul dialogo tra credenti e non credenti”.
La prima volta dal 1851
La Santa Sede ha un proprio padiglione all’Expo 2015, espressione anche della Conferenza episcopale italiana, della diocesi di Milano, di Caritas Internationalis (vedi il sito www.expoholysee.org). “L’esperienza del nutrimento, in tutte le sue valenze, è il cuore della vita cristiana: è momento di crescita umana e spirituale, di relazione e solidarietà, aiuto e cura, lavoro e sviluppo. E il tema del cibo è occasione di riflessione ed educazione sulla fede, la giustizia, la pace, i rapporti tra i popoli, l’economia, l’ecologia…”. È la motivazione con cui le realtà ecclesiali partecipano all’Expo, che per la prima volta (l’esordio ufficiale della manifestazione risale al 1851 a Londra) si apre ai soggetti della società civile – 13 in tutto, compresa la famiglia salesiana con il padiglione dedicato a don Bosco -, che si affiancano alle rappresentanze di 145 Paesi e di tre organismi internazionali: Onu, Unione europea, Cern.