È stato presentato a Perugia il 22° Dossier Statistico sull’immigrazione Caritas – Migrantes (vedi articolo qui sopra). Il fatto che la sede fosse quella istituzionale della Regione Umbria ha voluto segnare l’alto coinvolgimento dell’ente nel tema dell’immigrazione.
“Mi fa molto piacere che il mio primo impegno ufficiale come presidente della Conferenza episcopale umbra riguardi un’iniziativa in favore degli ‘ultimi’, gli immigrati”, ha detto l’arcivescovo di Perugia mons. Gualtiero Bassetti, aprendo il suo intervento.
“Le pagine dedicate alla situazione umbra – ha aggiunto – ci aiutano a capire questo fenomeno con maggior acutezza, visto che mettono in evidenza aspetti più conosciuti e altri meno noti ma ugualmente importanti. Faccio riferimento, ad esempio, alla triste vicenda che riguarda un numero sempre più elevato di badanti, le quali, dopo un periodo di malattia o di ricovero ospedaliero, vengono licenziate rimanendo così, immediatamente, senza una casa dove poter alloggiare. Che queste donne vengano a bussare alle case d’accoglienza della rete ecclesiale in cerca d’aiuto rappresenta, però, un fatto di grandissima importanza. Significa che, nonostante tutte le difficoltà, la Chiesa cattolica è vigilmente presente nel nostro territorio”.
A presentare i dati è stato Luca di Sciullo della redazione centrale del Dossier. Gli immigrati – ha detto – “sono parte integrante del nostro sistema economico, ma paradossalmente non sono affatto integrati nella nostra società”. L’Italia, ha ricordato Di Sciullo, fino agli anni ’70 è stato uno dei Paesi a più grande emigrazione, e ancora oggi conta 4 milioni e 200 mila italiani residenti all’estero, tra i quali oltre 30 mila umbri. Allora, “perché non riesce a darsi un modello di integrazione?”. Probabilmente, ha detto, perché “manca la volontà politica”.
La Regione, rappresentata dalla vice presidente Carla Casciari, ha evidenziato le varie iniziative di accoglienza che sono state promosse, in particolare l’ottimo lavoro fatto in sinergia con Caritas e Protezione civile proprio in occasione dell’accoglienza profughi del 2011, che ha posto l’Umbria come modello per altre regioni. Rispondendo quindi ad alcune richieste fatte dalla responsabile del Centro di ascolto Caritas perugino, Stella Cerasa, la Casciari si è impegnata continuare in questa proficua collaborazione.
A proposito della vicenda profughi, toccante è stata la testimonianza del giovane Mohammad, del Burkina Faso, da diciotto mesi rifugiato presso le strutture della Caritas diocesana perugina. Un drammatico viaggio per fuggire dal suo Paese, l’arrivo in una terra che non sapeva neanche se fosse l’Italia, gli angosciosi giorni del trasferimento al centro Cie di Manduria… Per lui e altri 25 giovani africani, però, il calvario non è finito. Infatti – a causa della burocrazia – non hanno ancora potuto ottenere né il permesso di soggiorno, né la carta d’identità provvisoria. Al riguardo, mons. Bassetti è intervenuto rivolgendo un appello alle istituzioni affinché si trovi uno sbocco per questa situazione.