Il 27 marzo a Perugia l’Azione cattolica si ritrova per l’assemblea elettiva regionale.
Nel pomeriggio, spiega il delegato regionale Stefano Sereni, vi sarà “un momento di discernimento della situazione ecclesiale umbra che possa dare seguito a una concreta proposta di impegno. Saremmo felici – aggiunge – di poterci confrontare con quanti hanno a cuore la situazione della gente delle nostre diocesi e credono sia venuto il momento di uno scatto di creatività e di coraggio”.
“L’esigenza di promuovere un luogo di confronto e di discernimento in occasione dell’assemblea regionale dell’Azione cattolica nasce come atto di amore e di fedeltà verso questa Chiesa umbra e le persone che la formano”.
Così inizia il documento approvato dalla delegazione regionale in preparazione al dibattito di domenica pomeriggio. “Come fedeli laici, profondamente radicati nelle parrocchie e nelle diocesi della nostra regione constatiamo – continua il documento – sempre più una mancanza di speranza, una grande fatica, un forte senso di pessimismo nella nostra gente”. In questa situazione, prosegue la delegazione, “la tentazione di ‘fare quadrato’ intorno a poche idee portanti e a poche figure di riferimento, per quanto comprensibile, non sembra strategicamente efficace in una prospettiva di medio-lungo termine. L’arroccamento rischia di provocare un distacco dai problemi del territorio, dalla vita delle persone; rischia di generare una Chiesa ‘disincarnata’”, incapace di esprimere una “posizione chiara e netta a difesa della nostra gente, soprattutto di quella meno fortunata e sofferente”.
Ricordando che negli ultimi tempi “i Vescovi sono intervenuti spesso indicando linee guida alla comunità cristiana e più in generale alla società civile”, la delegazione rileva una mancanza di iniziativa “di tutto il resto del popolo di Dio (teologi, sacerdoti, religiosi) e soprattutto dei laici, che dovrebbero riscoprire il proprio ruolo nella Chiesa, facendo sentire con determinazione la propria voce”; tutto questo “non in contrapposizione con l’azione dei Vescovi, ma come necessario completamento”.
I responsabili regionali di Azione cattolica ritengono non più rinviabile “una profonda riflessione sul nostro ‘essere Chiesa’ oggi”.
Nel declino di un modello ecclesiale umbro che Diotallevi, nel volume Poliarchia e bene comune presentato a Perugia il 28 febbraio scorso, ha definito del “devozionismo protetto”, l’Azione cattolica ritiene necessario “ricreare luoghi per il dialogo ed il confronto che non possono essere ricercati attraverso le Commissioni pastorali o il ritrovarsi in occasione di grandi eventi.
Occorrono luoghi ordinari di discernimento” nei quali sia possibile “tornare a confrontarsi per scoprire il ‘vento leggero’ (1Re 19,12) dello Spirito nei fatti dell’oggi; capire cosa fare come Chiesa oggi, e per questa Chiesa oggi; capire quali priorità per tornare all’essenziale.
Vorremmo – conclude il documento – iniziando da questa assemblea dell’Ac regionale, offrire un luogo, uno spazio di confronto, di elaborazione, di discernimento”, uno “spazio di accoglienza e di libertà, in cui ripensare la Chiesa e la città”. Un luogo “in cui rimanere al servizio e a difesa dello spirito del Concilio”.