È il caldo invito di Benedetto XVI nell’omelia dell’eucaristia conclusiva del Sinodo dei vescovi: ‘Noi tutti che abbiamo preso parte ai lavori sinodali, portiamo con noi la rinnovata consapevolezza che compito primario della Chiesa, all’inizio di questo nuovo millennio, è innanzitutto nutrirsi della Parola di Dio, per rendere efficace l’impegno della nuova evangelizzazione’ Occorre ora che questa esperienza ecclesiale sia recata in ogni comunità’. La XII Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, che si è celebrata da domenica 5 ottobre a domenica 26, ha avuto per tema ‘La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa’ a 43 anni dalla promulgazione della costituzione del Concilio Vaticano II, la Dei Verbum, la più grande delle quattro costituzioni conciliari. Ma perché l’incontro con la sacra Scrittura da parte dei fedeli sia un fatto di Chiesa, non esposto al soggettivismo e all’arbitrarietà, diventa indispensabile ‘ una promozione pastorale robusta e credibile della conoscenza della sacra Scrittura per annunziare, celebrare e vivere la Parola nella comunità cristiana, dialogando con le culture del nostro tempo, mettendosi al servizio della verità e non delle ideologie correnti, e incrementando il dialogo che Dio vuole con tutti gli uomini’. Diventa fondamentale al riguardo il richiamo di Benedetto XVI durante la quattordicesima congregazione generale a non dissociare le due indicazioni di metodo offerte dalla Dei Verbum per una adeguata esegesi: la necessità dell’uso del metodo storico critico ‘perché la storia della salvezza non è una mitologia ma una vera storia ed è perciò da studiare con i metodi della seria ricerca storica; ma, poiché questa storia ha pure una dimensione divina, si deve perciò interpretare il testo tenendo presente l’unità di tutta la Scrittura, la viva tradizione di tutta la Chiesa e la luce della fede. La conseguenza della trascuratezza del secondo livello metodologico ci darebbe una interpretazione profana, che nega la presenza reale del Divino nella storia, creando un profondo fossato tra esegesi scientifica e lectio divina. Esegesi scientifica e lectio divina sono entrambe necessarie e complementari per ricercare attraverso il significato letterario quello spirituale, che Dio vuole comunicare a noi oggi’. Quanto poi al ‘vivere la Parola’, il Papa e i Padri sinodali hanno accentuato ‘la necessità di tradurre in gesti di amore la Parola ascoltata, perché solo così diviene credibile l’annuncio del Vangelo, nonostante le umane fragilità che segnano le persone’. La sintesi dei lavori sinodali è nelle 53 proposizioni sottoposte al Papa dai Padri sinodali, che il Papa terrà presenti nella esortazione post-sinodale, raccogliendo il lavoro dei 253 Padri che provenivano da tutto il mondo. All’Assemblea hanno partecipato anche 41 esperti e 37 uditori. L’assise sinodale ha avuto una dimensione ecumenica, con la presenza di delegati fraterni, rappresentati di Chiese e comunità ecclesiali che condividono con i cattolici l’amore e la venerazione della Scrittura. Vi hanno preso parte il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, i rappresentanti dei Patriarcati di Mosca, di Serbia, di Romania, della Chiesa ortodossa di Grecia e della Chiesa apostolica armena, come della Comunione anglicana, della Federazione luterana mondiale, della Chiesa dei Discepoli di Cristo e del Consiglio ecumenico delle Chiese. Inoltre, tre invitati speciali da Benedetto XVI: il rabbino capo di Haifa Shear Yashy Cohen, il Segretario generale delle United Bible Societies, e fratel Alois, priore della Comunità di Taizé.
L’accoglienza del Sinodo
Parola di vescovo
AUTORE:
' Pietro Bottaccioli