All’attacco sferrato da Enzo Bianchi contro don Milani ha risposto Sergio Tanzarella, docente universitario, uno dei curatori dell’Opera omnia del prete di Barbiana. A Gubbio diciamo: J’ha dato nt’i denti. Perché “non ha capito nulla di don Milani”. A parte la scorretta interpretazione del pensiero del card. Martini, come si fa a dire
che Milani “non è toccato dalla Parola di Dio”?! Forse, a peso, sono poche le citazioni bibliche nei suoi scritti, ma lui era convinto (10 novembre 1959) che “quelli che si danno pensiero di immettere nei loro discorsi a ogni piè sospinto le verità della fede sono anime che reggono la fede disperatamente attaccata alla mente con la volontà… perché sono interiormente rosi dal terrore che non sia poi proprio tutto vero ciò che insegnano”.
Ma l’esegesi e i commenti biblici l’hanno sempre interessato, e il suo Catechismo ha una netta impostazione storico-biblica. Come si fa a dire che per Milani “il Concilio era una cosa estranea”?! Milani con le sue scelte ha anticipato il Concilio. E si è preoccupato soprattutto del dopo-Concilio: “Il Papa ha chiamato i Vescovi a dialogo, perché il Vescovo chiamasse a dialogo i parroci, il parroco i parrocchiani lontani e vicini. Se manca un solo anello di questa catena, il messaggio di Giovanni XXIII e il Concilio non raggiungono il loro scopo. A Firenze un anello manca certamente: il dialogo tra il Vescovo e i parroci”. Non l’ha detto sottovoce, no, l’ha scritto in una lettera al vescovo ausiliare di Firenze, Ermenegildo Florit (ottobre 1964). Come si fa a dire che a don Milani “mancava la comunità ecclesiale”?! E le parrocchie di San Donato a Calenzano e di Sant’Andrea di Barbiana cosa erano, associazioni di buontemponi?
La comunità per lui era “la Chiesa nella sua concretezza di volti, di vite, di nomi. Poche decine di persone da amare realmente contro quell’amore universale bello e innocuo che fonda ancora tante spiritualità…”. Come si fa a dire che la sua non fu un’esperienza eccezionale, perché molti furono i preti emarginati come lui in parrocchie moribonde? Innanzitutto quei preti non furono molti. Ma – quel che conta – nessuno reagì come lui. J’ha dato nt’i denti. Bianchi non ha capito che la salita verso Barbiana, che anche lui inutilmente percorse a suo tempo, non portava e non porta né al successo, né al denaro, né al potere editoriale. Portava e porta solo al Dio di Gesù, il Dio dei piccoli.