‘La Voce’ nel mondo dell’informazione

Incontro dei corrispondenti locali del settimanale umbro con il presidente della Fisc Giorgio Zucchelli

Si è svolto a Casa del Sacro Cuore di Perugia un incontro regionale dei corrispondenti locali de La Voce. Il motivo che lo ha determinato è stato prima di tutto di natura simbolica, per sottolineare la pluralità delle diocesi coinvolte (otto Chiese una Voce). L’umbria non può permettersi di dimenticare che è una piccola regione con molte articolazioni territoriali che, per avere adeguata vitalità devono pensare e lavorare insieme. Altro motivo simbolico è stato l’incontro con il Presidente nazionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), don Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo di Crema, il quale, tuttavia, non si è limitato ad una presenza formale, ma ha dato una bella e profonda lezione sul valore culturale e ecclesiale dei settimanali cattolici per la vita della società civile ed ecclesiale. Don Zucchelli che rappresenta 140 testate giornalistiche sparse nel territorio nazionale (un milione di lettori circa) ci ha fatto sentire che non siamo soli in questo impegno, ma camminiamo insieme a molti altri e rappresentiamo una realtà consistente nel panorama dell’informazione. L’incontro è stato finalizzato anche alla preparazione della Giornata delle Comunicazioni sociali (8 maggio, festa dell’Ascensione). La riflessione interna al gruppo dei corrispondenti si è rivolta alla individuazione del punto in cui si trova il processo da tempo iniziato di rinnovamento del settimanale e delle possibilità del suo rilancio nel territorio. La relazione di don Zucchelli è stata ricca di suggerimenti tratti dalla sua esperienza di direttore di un settimanale molto affermato e molto diffuso nella zona. Il punto di riferimento della riflessione, che ha avuto una ricaduta corale nella discussione dei temi calati nella concreta realtà umbra, è stato il convincimento che la stampa ha un suo modo di comunicare che conserva la sua utilità e funzione anche dopo l’avvento di nuovi strumenti di comunicazione. È anche riconosciuto il valore per l’evangelizzazione dei media cattolici (‘Avamposti dell’evangelizzazione’ li ha definiti don Zucchelli) che permettono di portare la buona notizia a persone e ambienti non altrimenti raggiungibili. Perché questa operazione risulti positiva ed efficace è però necessario che il giornale quotidiano o settimanale sia fatto secondo criteri di professionalità specifica che tenga conto delle leggi proprie del comunicare e della scelta di un punto di vista esplicitamente cristiano. Il giornalista cattolico deve tendere a diffondere il bene comune, favorire l’intesa e la concordia tra le persone, favorendo la pace sociale e il benessere, proponendo i valori che favoriscono la crescita della società sia civile che ecclesiale. Per quanto riguarda La Voce si è rilevato che è in atto un processo di rinnovamento delle redazioni locali, le quali tuttavia avrebbero bisogno di essere potenziate con maggiori risorse di persone e di mezzi. Per il prossimo futuro si auspica di poter aumentare il numero delle pagine con servizi e inchieste in modo da dare maggiore spazio all’informazione degli innumerevoli centri di vita sociale e culturale dell’Umbria e di settori di vita e di attività che attualmente risultano sacrificati. È stata trattata anche l’impostazione politica, a proposito della quale si è deciso di continuare nella linea di ‘non appartenenza’ e ‘non schieramento’ prendendo posizione esclusivamente sulla base delle scelte che hanno una valenza etica e religiosa a tutela della vita e dignità della persona umana e di quei valori di solidarietà e di pace che maggiormente corrispondono ad una visione cristiana della vita e della società. Tale atteggiamento ad alcuni dà l’impressione di essere politicamente ‘ondivaghi’, come ha detto don Giorgio Zucchelli. Ma questo appartiene al diritto-dovere dell’esercizio della libertà del cristiano. Il settimanale cattolico degli Umbri non sta dalla parte e tanto meno al servizio di qualcuno, ma come per i cinquanta anni trascorsi si schiera solo sul versante dei valori riconosciuti tali dalla coscienza cristiana. E questo intende farlo non in forma apodittica, ma offrendo una tribuna di libero dibattito in cui ci sia spazio per opinioni diverse, come avviene in generale nella pagina delle Lettere al direttore. ‘Giornali della Chiesa e della gente’, come sono stati definiti, i settimanali cattolici, hanno una storia gloriosa che affonda le sue radici nell’Ottocento e oltre e anche solo per questo divrebbero meritare maggiore attenzione da parte delle popolazioni cui si rivolgono.

AUTORE: Elio Bromuri