Gubbio, e non solo, si appresta a vivere con il consueto coinvolgente entusiasmo, dalle primissime ore del 15 maggio, la festa dei Ceri. Tutto è ormai pronto ed i tre “monumenti” – tali sono i Ceri di sant’Ubaldo, san Giorgio e sant’Antonio per valore artistico e significato morale – trascorrono le ore della vigilia vegliati cnella sala dell’arengo del palazzo dei Consoli, raggiunta nella prima domenica di maggio con il “ritorno” in città dalla basilica sul monte Ingino. “Ubaldo è la vite e noi i suoi tralci. Dobbiamo prendere da lui la nostra vitale linfa di riconciliazione e amore vero, perché così, se anche saremo recisi, potremo portare frutti sempre più buoni”. Con queste parole don Giuliano Salciarini, riallacciandosi alla letture della messa celebrata in basilica, ha benedetto il primo evento ufficiale della manifestazione folkloristico-tradizionale. Dopo il solenne canto O lume della fede in onore del patrono Ubaldo, i Ceri sono stati rimossi dai piedistalli (basamenti in pietra calcarea realizzati quest’anno dalle maestranze dell’Università dei muratori, presentati a fine aprile nell’Arengo di palazzo dei Consoli, dove don Mirko Orsini, a nome di mons. Mario Ceccobelli, ha ricordato che “i Ceri saranno così ‘basati’ anche materialmente sul santo Patrono, fatti della medesima pietra eugubina con cui è costruito l’altare del Santo nella basilica sul Colle eletto”). Dopo le rituali tre ‘birate’ (giri), posizionati in orizzontale, sia all’interno della basilica che nel chiostro, la discesa – sotto una pioggia battente – per gli ‘stradoni’ del monte Ingino, preceduta dalle bande musicali: l’arrivo in città, la sfilata attraverso il centro storico fino a Piazza grande, le ‘birate’ intorno al pennone, prima di essere collocati nella sala dell’Arengo dove le tre monumentali strutture – di recente sottoposte ad un raffinato restauro – sono state deposte, in attesa del 15 maggio, vigilia della morte di sant’Ubaldo. Il “giorno più atteso” dagli eugubini sta arrivando in un crescendo di emozioni e iniziative. Gli stendardi con i colori tradizionali (giallo, azzurro e nero) sono già esposti a decorare le finestre, ma preminente è il rosso dei ‘pennoni’ che si stagliano fieri e svolazzanti sopra i tetti. Anche Famiglie ceraiole e autorità della Festa sono all’opera: dopo la riapertura della taverna dei Capitani ‘sotto gli Arconi’, è stata volta della taverna della famiglia dei Santubaldari, in via Angela Baldassini, riaperta, dopo lavori di restauro che, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Rispamio di Perugia, hanno consentito di valorizzare ulteriormente un autentico patrimonio dell’architettura medievale.
La vitale linfa che ci unisce al Patrono Ubaldo
Tutto pronto per la festa dei Ceri edizione 2012
AUTORE:
Benedetta Pierotti