La vita: natura, dono o artificio?

Convegno a Palazzo Vitelli sulla fecondazione medicalmente assistita

Sabato scorso, 24 aprile, presso Palazzo Vitelli si è svolto il tanto preannunciato convegno sulla Fecondazione medicalmente assistita. Ospiti relatori di eccezione quali il giudice del tribunale di Como, Giuseppe Anzani intervenuto su “La vita: natura, artificio, dono?”, e Giuseppe Noia del Policlinico Gemelli in Roma, esperto nella diagnosi e terapia fetale intervenuto su “La fecondazione in vitro ad ogni costo?” Dentro ogni vita un mistero: verità difficile a scoprirsi in un mondo tanto frettoloso; se ciascuno di noi dovesse chiedere ai propri genitori perché sia stato messo al mondo, quanti potrebbero dirsi frutto di un abbraccio di amore tra un padre e una madre? Essere figlio è essere dono quando lo scopriamo nel “silenzio profondo di un subacqueo che si immerge dentro di sé” o nel tuffarsi nel buio di un cielo stellato: io sono stato donato a me stesso, invaso da un flusso di amore cosmico. Natura: questo dono può non essere frutto d’amore, il figlio può nascere per errore, la natura può essere sciupata anche dalla infertilità; e chi non sente nel pianto di Sara l’umanissimo desiderio di fare dono della vita? Artificio: non parola blasfema, ma di intelligenza che ci aiuta a fantasticare; questo “dono” può però portare sempre più lontano dalla intenzionalità dell’amore. L’artificio dissocia l’atto di amore, il figlio prefabbricato cambia l’intenzionalità, la ricerca rischia di fare della vita umana un mercato: perché l’uomo non è serbatoio di organi. E quando un figlio non dovesse essere più, come capitato al giudice Anzani, perché se ne è andato senza chiedere il permesso, allora è il padre ad accorgersi che quel figlio anche problematico era un dono. Più tecnica, ma non meno coinvolgente la tematica di Pino Noia che ha voluto fermare l’attenzione dell’uditorio sulla vita dei sette giorni dell’embrione nella tuba uterina: esperienza unica in ogni concepimento naturale in cui l’embrione esprime la identità, la capacità di autogestirsi e di mandare e ricevere segnali dalla madre: fase che manca nella fecondazione artificiale, sia essa ottenuta con il trasferimento del gamete nella tuba – Gift, o la induzione dell’ovulazione, fecondazione in provetta con successivo trasferimento dell’embrione nell’utero – Fivet, o fecondazione in vitro dell’ovulo tramite iniezione nel suo citoplasma di spermatozoi e trasferimento dell’embrione così ottenuto in utero – Icsi. Vera rivoluzione dell’etica che coinvolge non solo la salute e la vita del più povero dei poveri, l’embrione, ma anche della donna alla quale non si disconosce questo desiderio umanissimo di avere un figlio.

AUTORE: Renzo Tettamanti