C’era una volta il “terzo mondo”. E naturalmente, c’erano anche il primo e il secondo, ma nel linguaggio comune si parlava solo del terzo. Era un modo di dire che nasceva dalla divisione del mondo in due blocchi contrapposti: la guerra fredda, durata dalla fine della Seconda guerra mondiale al 1990 circa. I due blocchi erano le due alleanze che facevano capo rispettivamente agli Stati Uniti d’America e all’Unione Sovietica; e questi erano i protagonisti sulla scena mondiale nonché, si credeva, della storia futura.
Poi c’erano tutti gli altri: i non allineati, il terzo mondo, appunto. I Paesi del terzo mondo erano i poveri, i sottosviluppati, i morti di fame (letteralmente), quelli che non contavano. Erano terzo mondo l’Africa, l’America Latina, l’India, il Sudest asiatico. Poiché le parole “terzo mondo” avevano un riflesso spregiativo, si cominciò a usare in alternativa l’espressione “Sud del mondo”; ma la realtà era sempre la stessa.
Poi a un certo punto il terzo mondo, il Sud del mondo, ha cominciato a muoversi e a crescere. Chi non se ne fosse ancora accorto, se ne accorge ora grazie a Papa Francesco. Lui in quel mondo, in quelle che lui chiama “le periferie”, ci è nato, viene da lì, e continua a tornarci; è stato nelle Filippine, in Bolivia, in Ecuador, in Paraguay, adesso a Cuba.
Certo, altri Papi prima di lui c’erano andati, ma erano ospiti da fuori, lui è uno che torna a casa, e così viene salutato e accolto. E noi, la vecchia Europa, scopriamo che in quelle periferie c’è una vitalità che per noi è imbarazzante al confronto. Molti dicono che Giovanni Paolo II, con il suo carisma, ha cambiato la storia dell’Europa; adesso Papa Francesco potrebbe cambiare il rapporto fra il Nord e il Sud del mondo.
Già lo ha fatto spingendo Cuba e gli Usa a riconciliarsi. Poi, per quanto riguarda la Chiesa cattolica, è imbarazzante il confronto fra il Nord invecchiato ed esausto e il Sud del mondo vitale e pieno di promesse. L’America Latina ha già dato un Papa, un grande Papa. Le periferie del mondo hanno avuto la loro rivincita, e altre ne avranno.