Dei Verbum, n. 17:
“La parola di Dio, che è potenza divina per la salvezza di chiunque crede, si presenta e manifesta la sua forza in modo eminente degli scritti del Nuovo Testamento. Quando infatti venne la pienezza del tempo, il Verbo si fece carne ed abitò tra noi, pieno di grazia e di verità.
Cristo stabilì il Regno di Dio sulla terra
Cristo stabilì il Regno di Dio sulla terra, manifestò con opere e parole il Padre suo e Se stesso e portò a compimento l’opera sua con la morte, la risurrezione e la gloriosa ascensione, e l’invio dello Spirito Santo. Sollevato in alto attira tutti a Sé, Lui che solo ha parole di vita eterna.
Ma questo mistero non fu palesato alle altre generazioni, come adesso è stato svelato ai santi Apostoli suoi e ai Profeti nello Spirito Santo, affinché predicassero l’Evangelo, suscitassero la fede in Gesù Cristo e Signore, e congregassero la Chiesa. Di tutto ciò, gli scritti del Nuovo Testamento sono testimonianza perenne e divina”.
La Parola e la natura
Lo sguardo che rivolgiamo sul mondo, vede grandi miserie e sforzi immani per contrastare la deriva fatale: le emissioni nell’atmosfera, lo scempio dei mari, l’invasione della plastica…
“Chi crede in Cristo ha tra le mani, anzi, nel cuore e sulle labbra una parola che, essendo di Dio, ha la stessa potenza manifestatasi al principio, quando il creatore “parlò e tutto fu fatto”; ha la medesima efficacia salvifica delle parole di grazia che uscivano dalla bocca del salvatore quando diceva “sii guarito”, e “i tuoi peccati sono perdonati” (Pietro Bovati, biblista).
“Il Nuovo Testamento costituisce il vertice dei libri sacri e li illumina tutti. Questo, ovviamente, perché esso ci parla direttamente di Gesù Cristo, che è il centro e il vertice di tutta la rivelazione di Dio agli uomini: è lui, infatti, la parola di Dio dall’eternità per l’umanità. San Girolamo diceva: l’ignoranza delle Scritture, è ignoranza di Cristo” (card. Giuseppe Betori).
Nei primi capitoli della Genesi, troviamo il “mito” della creazione, che ci fa intuire la sorgente dell’infinito fiume della storia. Negli ultimi capitoli dell’Apocalisse (“rivelazione”, ), è annunciata la foce misteriosa, la “nuova Gerusalemme”. Possiamo chiamare i due sguardi una profezia a parte ante, e una profezia a parte post. Questo cammino di millenni, gli scienziati lo chiamano “evoluzione”.
“Il desiderio di Dio di dare la vita eterna a tutti coloro che cercano la salvezza, lo ha spinto a rivelarsi a Israele, così che esso lo facesse conoscere con maggiore ampiezza alle genti. Cristo ha compiuto e completato la rivelazione di Dio, così da attrarre a sé l’intera umanità, come aveva promesso: ‘Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me’. Anzi, mediante Cristo e il suo Spirito, il Padre continua a condurre la storia verso di sé” (Franco Manzi, biblista).
Teilhard De Chardin, prete, teologo, filosofo, scienziato, descrive in maniera suggestiva, poetica e scientifica, questo progredire della vita verso il Padre: dalla materia agli animali, all’uomo (il pensiero riflesso), fino a Gesù Cristo (“centro e vertice”, dice il Concilio; “Punto Omega”, dice Teilhard).
La fede e la scienza, dialogo possibile
E se invece del sospetto e del rifiuto da parte del Sant’Uffizio dell’epoca, ci fosse stato ascolto e accoglienza (come poi, grazie a Dio, ha fatto il Concilio, e il card. Casaroli, e lo stesso papa Paolo VI, e papa Benedetto), il dialogo fede-scienza avrebbe avuto un’altra storia. Peccato! Ma possiamo sempre riparare…