Dal 10 al 13 novembre i Vescovi italiani si riuniranno in assemblea straordinaria a Santa Maria degli Angeli per affrontare un tema di grande attualità e di enorme rilevanza per la vita della Chiesa. Infatti l’argomento all’ordine del giorno sarà “La vita e la formazione permanente dei presbiteri”. Nelle riunioni e nei dibattiti all’interno del mondo ecclesiastico si notano spesso nostalgie e rimpianti per i tempi passati, con l’illusione che quelli fossero migliori degli attuali. Illusioni, appunto. Dobbiamo prendere atto che il mondo è davvero cambiato, anzi sta mutando continuamente, quotidianamente, e agli uomini che vivono in questa incessante trasformazione la Chiesa, la comunità dei battezzati, deve annunciare il Vangelo di Gesù.
Deve quindi innanzitutto cercare di capire gli aspetti e le direzioni del cambiamento, quali siano le forze in campo che si affrontano e si scontrano creando spesso angoscia nei cuori della gente, quindi equipaggiarsi per diffondere l’annuncio. Anche il documento Instrumentum laboris, preparato per i lavori dell’Assemblea Cei, evidenzia i problemi di questa nuova situazione osservando che “le mutate condizioni del contesto attuale in cui la Chiesa vive la sua missione, la riduzione del numero dei preti, le cosiddette ‘fragilità’ della generazione giovanile contemporanea, e quindi dei preti che ne condividono i tratti, impongono una riflessione e revisione della prassi pastorale”. Papa Francesco ci ha messo tra le mani la splendida esortazione apostolica Evangelii gaudium, che contiene materiale sufficiente per ripensare la missione di evangelizzare. Tocca a noi, Chiesa del nuovo millennio, annunciare agli uomini e alle donne che vivono in una società sempre più disperata, senza radici e senza futuro, la via della salvezza che Gesù ci ha aperto con la sua morte e risurrezione.
I Vescovi a Santa Maria degli Angeli affronteranno il problema della formazione di preti capaci di aiutare le comunità parrocchiali a indicare alla società in cui vivono la via luminosa della sequela del Risorto, che guida verso il Regno dove lui ha preparato un posto per ogni creatura umana. Il documento preparatorio dell’Assemblea ribadisce: “Risulta pertanto decisivo che si avvii nel clero un processo per condividere l’interpretazione del momento che stiamo vivendo e di quello che la situazione attuale chiede al clero.
Sembra venuto il tempo per un confronto più franco, approfondito, fraterno all’interno del presbiterio, guidato dal vescovo, per leggere la situazione non come la deprimente diagnosi di un irrimediabile declino, ma come il tempo adatto per la conversione, l’intensificarsi della relazione con il Signore, il rinnovarsi del desiderio e della gioia di obbedire alla Sua parola per il compimento della missione che il Risorto affida alla sua Chiesa”. E ancora: “Sembra venuto il tempo di abbandonare l’inclinazione alla lamentela, al malcontento, allo scetticismo sistematico; sembra venuto il tempo di reagire alla tendenza alla rassegnazione, allo scoraggiamento; sembra venuto il tempo di riconoscere l’incompatibilità della vocazione al ministero con una vita mediocre, con una vita privata sottratta al giudizio evangelico e al confronto nel presbiterio; sembra venuto il tempo di mettere in discussione la frenesia delle cose da fare che rende abitualmente indaffarati, stanchi, esasperati, superficiali nella preghiera e sbrigativi nelle relazioni con le persone; sembra venuto il tempo di sottoporre a verifica l’opportunità di un ministero che si esercita con scelte arbitrarie, con preclusioni ostinate alle indicazioni del vescovo, con dedicazioni preferenziali motivate solo dalla simpatia e dalla sintonia”.
Saranno capaci i vescovi di indicare ai loro preziosi collaboratori, preti e diaconi, le strade da percorrere? Con l’aiuto della preghiera di tutta la Chiesa che invoca lo Spirito di Gesù e, con la disponibilità dei Pastori all’ascolto, credo proprio che la loro missione, confermata e rinnovata nel tempo, possa conseguire la necessaria credibilità ed efficacia.