Celebrare un anniversario, quaranta anni di nascita della Regione Umbria, con l’obiettivo di guardare avanti. A distanza di 40 anni dalla riunione della prima seduta del Consiglio regionale alla sala dei Notari, la Regione dell’Umbria ha festeggiato quell’avvenimento per riflettere sul passato con l’impegno di affrontare la sfida del federalismo. La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha posto l’accento sul fatto che “istituire le Regioni è stata una scelta forte nella direzione dell’autogoverno e del potere dal basso. Oggi noi, nuova generazione di politici, raccogliamo il testimone di una storia complessa e travagliata, per guidare l’Umbria in una nuova fase, caratterizzata principalmente dalla globalizzazione. E lo facciamo con la consapevolezza che l’Umbria di oggi non sarebbe quello che è per livello di civiltà e di coesione sociale se non ci fosse stata l’esperienza della Regione”. La Marini ha ricordato la sfida del federalismo: “L’Umbria ci arriva con le carte in regola, a patto che non sia semplicemente un processo di ingegneria istituzionale calato dall’alto, ma sia soprattutto un modo per valorizzare le singole comunità, e sia di tipo cooperativo tra i diversi livelli istituzionali, per esaltare, e non deprimere, le peculiarità ed il dinamismo dei territori”. L’Umbria arriva a questo processo molto cambiata. “Sta diventando sempre più multietnica – ha detto la presidente -, è la seconda regione italiana per la presenza di popolazione straniera. La presenza di stranieri può essere una grande risorsa, anche in termini di Pil regionale: tocca all’Umbria dare una risposta a questa sfida che sia all’altezza della sua civiltà”. In una sala dei Notari affollata di amministratori locali, gonfaloni, consiglieri regionali in carica e non, il presidente dell’assemblea, Eros Brega, ha ricordato le tappe fondamentali di avvicinamento all’istituzione della Regione. Questo percorso venne “anticipato da due momenti fondamentali nella storia del regionalismo umbro: i due dibattiti parlamentari del ’60 e del ’66, dove la ‘questione umbra’ venne affrontata al fine di riconoscerne le peculiarità e la gravità delle condizioni economico-sociali”. Per Brega “prima di allora il nostro territorio non aveva una propria identità unitaria di regione. Era una terra fatta di tante città, ognuna con una vita a sé. Territori legati per lo più a un’agricoltura povera e chiusi entro i propri confini, senza un centro aggregante capace di coordinare e gestire le esigenze dei diversi ambiti. Era una terra priva di un’identità culturale unificante”. Ciò nonostante, ha tenuto ad evidenziare il presidente Brega, l’Umbria arrivò prima di altre realtà a una propria esperienza di regionalismo e di programmazione. Un’esperienza, questa, che diede forza alla classe dirigente eletta nell’Assemblea regionale del 1970. Brega ha sottolineato che “oggi, come 40 anni fa, l’Umbria e l’Italia si trovano alle prese con una grave crisi economia e sociale, con l’esigenza diffusa di rinnovamento e di riforme. Prendendo spunto dall’esperienza dei padri fondatori della nostra Regione, c’è bisogno di ritrovare quella carica vitale, quell’entusiasmo che ha accompagnato la nascita dell’Assemblea legislativa”.
La Regione Umbria festeggia 40 anni
A Perugia il punto sullo sviluppo e sul futuro della Regione nell’anniversario di istituzione
AUTORE:
Emilio Querini