“La politica deve parlare ai giovani”

Si conclude il I ciclo di riflessioni “Dialoghi del venerdì”, promosso dalla diocesi. È intervenuto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi

Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha chiuso, il 4 giugno, il primo ciclo di conferenze “Dialoghi del venerdì”, iniziativa culturale della diocesi offerta alla società civile per ricercare una salda piattaforma di valori morali e spirituali. Il primo cittadino del capoluogo toscano ha parlato dell’impegno delle nuove generazioni nell’amministrazione della cosa pubblica. Prima di lui mons. Renato Boccardo aveva chiamato il card. Camillo Ruini (23 aprile), presidente del Progetto culturale della Cei, che aveva affrontato la tematica della sfida educativa, ed Ettore Gotti Tedeschi (14 maggio) presidente dello Ior, che aveva tenuto una relazione sulla crisi economica alla luce dell’enciclica Caritas in veritate. Matteo Renzi, 35 anni, sindaco di Firenze da un anno e prima presidente della Provincia di Firenze, con passione e coinvolgimento ha parlato della sua esperienza di primo cittadino in uno dei maggiori centri culturali del mondo. Cresciuto e formatosi tra gli scout, conoscitore della dottrina sociale della Chiesa, ha esordito dicendo che la nuova generazione è chiamata a scrivere una nuova pagina della storia politica italiana. “Non è vero – ha detto Renzi – che i giovani oggi hanno meno bisogno di stare insieme, che non sentono l’appartenenza ad una comunità. Sono solo cresciuti con parametri di riferimento diversi rispetto a quelli della generazione degli anni ’50 e ’60. La politica, allora, deve cominciare a parlare un linguaggio nuovo, e i giovani dal canto loro non possono sempre lamentarsi di quello che non va”. Raccontando che al sindaco di una città è chiesto di stare dentro il popolo, che non può fingere, che nulla gli deve essere estraneo, che è chiamato a non sprecare i talenti, ha indicato cosa dovrebbero fare i giovani per far sentire la loro voce. “Come prima cosa – ha affermato – devono mettersi in gioco e rischiare. Non devono essere delle trote ma dei salmoni, cioè andare controcorrente, considerare la politica non una sistemazione personale. Devono, poi, prendere atto che il mondo è cambiato, che i partiti politici non sono più in grado di fare grandi pressioni psicologiche per manovrare completamente i giovani, che dunque hanno l’opportunità di ridare dignità a quella carità comunitaria che è la politica”. Ai ragazzi spoletini presenti, Renzi ha consegnato un piccolo manuale da seguire per rivendicare spazio nella cosa pubblica. “Ci vuole coraggio e tanta positività nei messaggi che si lanciano. Solo così – ha detto – si possono vincere le paure e i sospetti. Ci vuole speranza, che è la virtù più difficile anche per i cristiani, necessaria contro la rassegnazione che c’è verso la politica. Ci vuole libertà dai condizionamenti ed entusiasmo. Se non ami la città-popolo, ma ami la città-ammasso indistinto di gente, non riuscirai mai a governare. È la strada da seguire per non lasciare il futuro sempre nelle mani delle stesse persone”. Poi, un appassionato appello: “Se avete un sogno, non fermatevi davanti alle normali difficoltà”.

AUTORE: F. C.