di don Tonio Dell’Olio – presid. Pro Civitate Christiana
In un clima politico come quello nostrano, in cui prevale una visione miope e provinciale delle cose, lo Yemen nel migliore dei casi è un puntino della cartina geografica. Tranne lodevolissime quanto rare eccezioni, anche il mondo dell’informazione dimentica di raccontare la sofferenza, il dramma, le distruzioni e le morti di una popolazione che subisce una guerra che non ha scelto di combattere. L’opinione pubblica non sa che alcuni degli ordigni spaventosi, strumenti di morte che vengono scaricati sulla popolazione inerme, partono dall’Italia, ovvero dallo stabilimento Rwm di Domusnovas in Sardegna. Si sono levate poche voci a dire dell’illeggittimità e dell’immoralità di quella produzione. Tra esse, la voce del vescovo di Iglesias che, a chi gli opponeva il problema dei posti di lavoro, ha risposto di domandarsi se avessero fatto lo stesso ragionamento nel caso le vittime fossero state loro e i loro figli. Nei giorni scorsi la guerra in Yemen ha conosciuto una recrudescenza: la città di Hodeidah (700 mila abitanti) è stata accerchiata, e la sola voce autorevole che si è sollevata a invocare di risparmiare vite umane è stata quella del Papa.