Senza sorprese, è stata approvata la legge regionale di riforma della sanità, che prevede la presenza di due aziende ospedaliere, a Perugia e Terni, e la riduzione delle Asl da quattro a due. La posta in gioco – cioè il futuro della maggioranza di centrosinistra – era troppo alta perché le differenze, pur diffuse nella coalizione governativa, potessero provocare scossoni di rilievo. Hanno votato a favore i consiglieri di centrosinistra e Orfeo Goracci (Comunista umbro). Astenuti Sandra Monacelli (Udc), Gianluca Cirignoni (Lega nord) e il gruppo Pdl, tranne Rocco Valentino (voto contrario) e Andrea Lignani Marchesani (uscito dall’aula). Si sono astenuti i tre componenti del Pd, ex area Margherita (Brega, Barberini e Smacchi). Contrario anche Franco Zaffini (Fare Italia). Nel dettaglio il nuovo ordinamento del sistema si sviluppa attraverso “una rivisitazione dell’assetto istituzionale, mirata per favorire l’integrazione tra il livello ospedaliero e quello territoriale”, una riduzione a 2 del numero delle Unità sanitarie locali, l’integrazione delle 2 Aziende ospedaliere con l’Università, la promozione e il potenziamento del modello a rete con l’implementazione delle reti cliniche e sanitarie. Previste inoltre la riqualificazione e la riorganizzazione della rete ospedaliera attraverso la ridefinizione del ruolo degli ospedali esistenti (da considerarsi quali nodi di una rete integrata di servizi ospedalieri), con l’identificazione dei presìdi ospedalieri come sedi del sistema di emergenza urgenza e quelli accorpati in unico presidio. Ci sarà inoltre il rafforzamento della rete territoriale, nella quale vanno potenziate le sue componenti di base, specialistiche, di residenzialità e domiciliarità (assistenza domiciliare, assistenza domiciliare integrata e le cure palliative), mediante la riqualificazione organizzativa dei distretti, con l’istituzione delle Case della salute. Da rilevare – anche perché potrebbe portare ad una certa conflittualità – la costituzione della Conferenza dei sindaci in ciascuna delle Unità sanitarie locali istituite, che dovrebbe avere un forte ruolo nell’ambito della programmazione e pianificazione sanitaria locale e regionale. Sarà chiusa, inoltre, entro il 2012, l’Agenzia Umbria sanità. La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha sottolineato che “l’Umbria ha intrapreso un processo di riforma non imposto dall’alto e dal controllo della spesa, ma studiato per mantenere servizi di qualità riorganizzando il sistema. Il disegno di legge può raggiungere gli obiettivi che si prefigge anche grazie alle misure previste dalla delibera di Giunta, che rappresenta una parte essenziale di attuazione e di aggiornamento del Piano sanitario regionale”. La presidente ha ricordato l’incidenza dei provvedimenti del Governo in materia di trasferimento di risorse per la sanità. “L’istituto Ambrosetti – ha spiegato – ci avvisa che l’Italia sta sottofinanziando il suo sistema sanitario e che il reperimento dei fondi necessari sarà il tema dei prossimi 30 anni. Ci chiediamo dunque come potrà fare l’Umbria ad affrontare una forte e ulteriore riduzione dei trasferimenti”. La presidente ha spiegato perché sia stato rifiutato il sistema con un’unica azienda – caldeggiato dal terzetto Barberini, Brega e Smacchi – che “gestirebbe il 70 per cento del bilancio di questa Regione. Abbiamo, invece, bisogno di un modello di governance più equilibrato, più efficace nel controllo e negli obiettivi finanziari”.
La nuova sanità umbra: qualità con occhio al territorio
Approvata la legge regionale di riforma della sanità: 2 aziende ospedaliere, a Perugia e Terni, e riduzione delle Asl da 4 a 2
AUTORE:
Emilio Querini