La notte dei giovani e la “notte” dei grandi della Bibbia

Giovani alla veglia d'avvento con il vescovo Bassetti
Giovani alla veglia d’avvento con il vescovo Bassetti (foto Andrea Coli)

 

20/12/2013 – Come ormai di consueto, l’arcivescovo monsignor Gualtiero Bassetti ha voluto incontrare tutti i ragazzi delle varie parrocchie della diocesi per vivere più intensamente la solennità del Natale. Ieri sera, 19 dicembre, più di 1.500 giovani hanno partecipato alla tradizionale Veglia di preghiera d’Avvento nella cattedrale di San Lorenzo, sorprendendo anche il Vescovo stesso che ha esordito dicendo: “quando vedo una Cattedrale così piena di ragazzi, ringiovanisco”.

Durante la serata i presenti sono stati accompagnati da due interrogativi: “Cosa ti sorprende?” e soprattutto “Cosa ti sorprende nella notte?”. Ed è stato appunto “la notte” il motivo conduttore dell’evento. In particolare le notti vissute da quattro personaggi del nostro cristianesimo: Abramo, Giacobbe, Giobbe e Giuseppe. Alcuni ragazzi le hanno introdotte attraverso brani della Bibbia, e poi il Vescovo ha approfondito il tema raccontando “la sua notte”, quella in cui una bambina di soli 12 anni, dopo la separazione dei genitori, gli ha detto che si sentiva come se non esistesse. Per tranquillizzarla lui le ha risposto che era comunque il frutto dell’amore di un padre ed una madre, ma la giovane ha replicato affermando che i genitori le avevano detto che non era stata desiderata. Allora il Vescovo disarmato (come lui stesso si è definito), ha risposto con le parole di Dio: “prima che tu nascessi io ti conoscevo, prima di formarti nel grembo di tua madre conoscevo già il tuo nome”.

Ha poi parlato della “notte” di alcuni personaggi biblici. Di Abramo, al quale Dio promette e dà una grande discendenza. Possiamo considerarla, ha detto il Vescovo, come l’emblema del momento in cui dobbiamo metterci in cammino, così come Abramo: lasciare tutto e andare verso Dio. “Dobbiamo avere il coraggio di fidarci di Dio, anche se non abbiamo le prove”.

“La notte” di Giobbe, invece, è quella della sorpresa della verità. E’ quella vissuta da tutti coloro che continuano a negare l’evidenza, oppure, di quelli che cercano sempre un colpevole, senza mai assumersi le proprie responsabilità. La notte di Giobbe è “la sorpresa di vederLo”. Per spiegarne meglio significato, il Vescovo ha utilizzato le parole dello stesso Giobbe: “Ti ho conosciuto per sentito dire, ma ora ti ho visto!”, per poi commentare: “ sarebbe un Natale ancora più bello se potessimo sentire la presenza di Dio, e testimoniare che l’abbiamo visto”.

Infine, la notte di Giuseppe, la sorpresa della fecondità, ovvero quella in cui non dobbiamo temere nulla. “Giuseppe, insieme a Maria, ha educato Gesù. E’ stato autorevole, ma non ha sottomesso nessuno. Ha voluto solo rendere un umile servizio”. Il Vescovo ha proseguito invitando i giovani a desiderare un Natale fecondo, che porti cambiamenti nel nostro interno, poiché è Dio che viene a trovarci e si colloca, se siamo pronti ad accoglierLo, stabilmente nella nostra vita.

Il Vescovoe ha richiamato l’attenzione dei giovani anche su quante famiglie vivono oggi da profughi nel mondo, proprio come la Sacra Famiglia di Nazareth che fu profuga nel fuggire in Egitto, sentendosi scarti di una società sempre più individualista. Avviandosi alla conclusione del suo discorso, mons. Bassetti ha commentato: «Gesù nella mia vita: questo è il Natale. Se non fosse così, se Cristo non fosse in noi, il Natale sarebbe poco più che un pacco di cioccolatini o un panettone. Ma questo è il Natale della società dei consumi e a noi non serve». E, nel formulare ai giovani gli auguri, ha detto: «che sia un Natale buono, fecondo per la vostra vita e che vi cambi dentro».

A conclusione della serata i giovani presenti sono stati chiamati a riflettere su quale tipologia di “notte” stavano vivendo loro personalmente. Notte di speranza, notte di desideri, notte di attesa, con la preghiera a fare sempre da collante.

AUTORE: Michele Mencaroni