La musica nobilita anche chi è detenuto in carcere

Domenica scorsa “I concerti al Quirinale” hanno presentato un programma del Quartetto Henao, ma la notizia è che il concerto è stato eseguito con gli strumenti costruiti da un laboratorio di liuteria molto particolare. È quello della casa di reclusione di Milano-Opera, dove si creano strumenti musicali ricavati dal legno delle barche che trasportano le persone migranti. Due violini, la viola e il violoncello, costruiti da persone detenute nel carcere, nell’ambito del progetto “Metarmorfosi” promosso dalla Fondazione Casa dello spirito e delle arti. La seconda esibizione è avvenuta tra i profughi ospiti del Centro Astalli, il 12 dicembre nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, in occasione del concerto di Natale 2022 per i rifugiati.

Ora il progetto si allarga, e nuove liuterie con le stesse caratteristiche sono sorte anche negli istituti di Rebibbia, Monza e Secondigliano. Sono le strade inedite dell’articolo 27 della Costituzione, secondo il quale il carcere deve rappresentare il tempo del cambiamento di chi ha sbagliato. In questo caso la metamorfosi è ancora più profonda perché riscatta la storia di altre sconfitte e sollecita la metamorfosi (conversione) anche dei nostri pregiudizi verso i detenuti.

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